Pescara: centraline ARTA spente da giorni? Dionisio spiega e fa chiarezza

In riferimento alla vicenda del mancato funzionamento delle centraline per il monitoraggio della qualità dell’aria, la direzione generale di Arta Abruzzo precisa con una nota come ha fatto al Tg8 il direttore genrale Maurizio Dionisio

“Il breve lasso di tempo nel quale sono rimaste spente le centraline per il rilevamento della qualità dell’aria non pregiudica la valutazione del dato ambientale. La complessa modellistica previsionale, di supporto alle attività di Arta, permette infatti all’Agenzia di valutare i dati in suo possesso ed evincere le concentrazioni di inquinanti nell’aria. A tal proposito Arta, d’intesa con il Cetemps, ha provveduto in questi giorni a pubblicare sul sito dell’Agenzia (www.artaabruzzo.it) le mappe giornaliere contenenti le previsioni sulla qualità dell’aria. I modelli matematici simulano il comportamento degli inquinanti al fine di poterne identificare le sorgenti e prevedere azioni efficaci per il miglioramento della qualità dell’aria. Nessun pericolo per la salute dei cittadini, dunque, e nessun pericolo per la salute dell’ambiente. A seguito della breve battuta d’arresto del sistema di monitoraggio della qualità dell’aria, avvenuta per motivi amministrativi non riconducibili alla diretta volontà di Arta Abruzzo, si è preferito interrompere l’attività di rilevamento anche e soprattutto per preservare la preziosa strumentazione che è un bene di proprietà della Regione Abruzzo. Nel contempo, gli uffici di Arta stanno portando a termine tutte le incombenze burocratiche tese a ripristinare, in tempi brevi, le ordinarie attività di manutenzione delle centraline. Per quanto concerne eventuali emergenze, infine, l’Agenzia può disporre di un mezzo mobile di ultima generazione, equipaggiato con tecnologie all’avanguardia, che può essere utilizzato ogni qualvolta si verifichino eventi che ne richiedano l’impiego. Un laboratorio su ruote attrezzato con strumentazioni in grado di analizzare sul campo eventuali eventi che dovessero alterare le concentrazioni di inquinanti nell’aria”.

Barbara Orsini: