Coronavirus Pescara, torna l’emergenza droga e usura nelle periferie

A Pescara in questo periodo non c’è solo l’emergenza Covid 19. Droga e usura sono fenomeni tornati tristemente e  prepotentemente alla ribalta nelle periferie. È la nuova denuncia di Domenico Pettinari, vice presidente del consiglio regionale.

Anche nelle ultime settimane, contrassegnate da emergenza coronavirus, l’esponente del M5S, che già in passato si era occupato di queste problematiche, ha ricevuto 90 segnalazioni di persone letteralmente esasperate, costrette ad assistere ai via vai dei tossicodipendenti che vanno a comprare le dosi dagli spacciatori. A questo si aggiunge il fenomeno dell’usura, in quanto molti comprano le sostanze stupefacenti “a credito”, innescando una sorta di “bomba sociale” perché poi per la restituzione dei debiti, spesso si è costretti a delinquere. Le zone su cui si concentrano i traffici illeciti e di cui ha parlato Pettinari sono: Rancitelli, Fontanelle, San Donato e via Rigopiano.

“Vogliamo riaccendere i riflettori su queste problematiche – ha spiegato Pettinari – perché è tornato tutto come prima e anche peggio. In particolare in via Rigopiano, dopo un paio di mesi di tranquillità dopo gli sfratti degli abusivi, sono tornati delle persone ad occupare le case. Si tratta di pregiudicati che spacciano a tutte le ore. Al Ferro di Cavallo di Rancitelli, oltre lo spaccio, ci sono stati grandi assembramenti e fuochi d’artificio per salutare il ritorno di qualcuno uscito di prigione.  A Fontanelle, in via Caduti per servizio, i cittadini onesti non possono rientrare a casa perché si spaccia a tutte le ore. Insomma, la situazione è pesantissima. C’è poi il ricorso all’usura da parte di chi non ha soldi per acquistare la droga. E qui si entra in un circolo vizioso perché se non restituisci il debito ti minacciano e possono anche arrivare a sparare. La mia ricetta? In alcune case popolari via i pregiudicati. Non bisogna attendere la condanna definitiva. Le case non devono essere assegnate a chi è stato condannato in primo grado per reati di droga. E poi – conclude Pettinari – è necessario prevedere in quelle zone una postazione fissa di polizia per garantire la sicurezza. Basta chiacchiere abbiamo bisogno di fatti concreti”.

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