Pescara: dopo la cattura dei due evasi dal carcere ora è resa dei conti sulle responsabilità

Dopo una giornata in fuga sono stati catturati in serata, dagli agenti della Volante e della Mobile, i due detenuti di nazionalità romena evasi ieri mattina poco dopo le 9 dal carcere di “San Donato di Pescara”. I due, di 22 e 25 anni, si erano nascosti poco distante dalla casa circondariale. Il giorno dopo la cattura è resa dei conti sulle responsabilità.

Braccati dalle forze dell’ordine, che subito avevano avviato le ricerche anche con l’ausilio di un elicottero, Floris Covaciu e Denis Costel Strauneanu (nelle foto in alto), sono stati fermati e portati in Questura. In serata, dopo le formalità di rito sono stati rinchiusi di nuovo in carcere. Questa la cronaca di una giornata in fuga. Ma oggi, ancor più di ieri, si cerca la falla nel sistema, ciò che non ha funzionato ieri come lo scorso 11 luglio quando un detenuto egiziano 21enne era riuscito ad evadere sempre con la stessa modalità: cercato per giorni è stato rintracciato e arrestato otto giorni dopo.

I fuggitivi sono stati catturati in via lago di Vico, in un canneto nel quale si erano nascosti dopo aver scavalcato le recinzioni di diverse abitazioni. Se avessero scavalcato l’ultimo cancello, che si trovava nelle immediate vicinanze, sarebbero arrivati ad un’area incolta e alla ferrovia e avrebbero fatto perdere le loro tracce.

E’ stato provvidenziale, oltre al pronto intervento della Polizia che ha braccato i due anche utilizzando l’elicottero, la collaborazione delle cosiddette “sentinelle sociali” , ossia i mezzi di informazione che hanno diffuso le foto segnaletiche dei fuggitivi e i residenti della zona che hanno notato la loro presenza in un canneto.

I cittadini che hanno assistito all’arresto hanno applaudito i poliziotti. I particolari dell’operazione sono stati illustrati questa mattina alla stampa dal dirigente della Squadra Mobile, Dante Cosentino, insieme al vice questore Alessandra Bucci e al dirigente delle Squadre Volanti Davide Zaccone.

Alessandro Luciani Vice Segretario Regionale Si.N.A.P.Pe (Sindacato Nazionale Autonomo di Polizia Penitenziaria) senza mezzi termini, chiede l’immediato accertamento di responsabilità e l’avvicinamento dei vertici del carcere: “Dopo l’evasione avvenuta nell’agosto 2020 nessuno si è preoccupato di constatare che alcuni tubi pluviali delle acque meteoriche del padiglione giudiziario arrivano sin dentro le zone antistanti le aree passeggi detenuti: ed è proprio su uno di questi tubi pluviali che si è arrampicato il detenuto egiziano evaso l’11 luglio scorso. Tante mancanze che non possono (e non devono) essere sottovalutate perché possibili cause di eventi drammatici, devono essere invece spunto per il tanto paventato rinnovamento (anche strutturale) del sistema carcerario”.

“Purtroppo è successo di nuovo, altri due detenuti che evadono con una facilità imbarazzante. Siamo a 4 nel recentissimo passato, l’ultima evasione risale a luglio scorso – dichiara il segretario generale regionale Uilpa polizia penitenziaria, Ruggero di Giovanni –. Sono anni che lamentiamo le carenze strutturali, di personale e la totale inadeguatezza della gestione nel carcere di Pescara, inutilmente. Siamo sicuri che anche stavolta le colpe saranno cercate esclusivamente tra le fila della polizia penitenziaria pescarese, ma sappiamo benissimo che le colpe sono da cercare più in alto. Una carenza di personale insostenibile, mancano all’appello oltre 50 unità, abuso nel ricorso allo straordinario, accorpamenti dei posti di servizio sistematici e senza alcun confronto sindacale hanno portato alla rovina del carcere pescarese. Auspichiamo una verifica ispettiva approfondita dal dipartimento dell’amministrazione penitenziaria che porti alla luce le reali responsabilità”.

Evasioni Pescara, Zennaro (Lega): “Problema carceri abruzzesi paghiamo immobilismo di Bonafede, ora serve intervento del Ministro Cartabia”

Il deputato della Lega Antonio Zennaro ha dichiarato che “Le evasioni che si sono verificate serialmente ieri, un mese fa e un’altra l’anno scorso dal carcere S. Donato di Pescara, non possono che destare enorme preoccupazione per la minaccia all’ordine e alla sicurezza pubblica e delle forze dell’ordine. A quest’ultime vanno i miei ringraziamenti per il lavoro efficace che hanno svolto ieri pomeriggio con il recupero tempestivo dei due pericolosi criminali che, seppur per qualche ora, sono stati a piede libero, sollevando preoccupazione in tutta la città.

Come Lega chiederemo al Ministero della Giustizia di intercedere presso il Governo affinché venga posto davvero all’ordine del giorno la questione della carenza di personale nel carcere di Pescara, come in altre case di detenzione, servono mezzi, uomini e donne, sistemi di videosorveglianza più evoluti. La carenza del personale nelle carceri abruzzesi è un fatto noto e segnalato più volte anche dai sindacati di categoria già al precedente Ministro Bonafede, che è rimasto totalmente immobile sulla problematica, ora confido in un atteggiamento diverso del nuovo Ministro Cartabia.”