Pasqua: Acerbo chiama Marsilio e chiede apposita ordinanza per “chiudere davvero”

“Non avendo letto risposte della Regione ai comunicati di Rifondazione e CGIL, ho deciso di telefonare al Presidente Marsilio che mi ha risposto immediatamente e con cordialità. Una telefonata breve perchè stava entrando a Palazzo Chigi. Purtroppo ho constatato che non era ben informato sulla questione delle aperture di alimentari e altri esercizi commerciali classificati come “essenziali” a Pasqua e pasquetta”. Così Acerbo, segretario nazionale di Rifondazione.

“Quando gli ho chiesto se aveva intenzione di fare un’ordinanza mi ha risposto che non c’era bisogno perchè c’è già una norma dello stato che prevede la zona rossa nei due giorni di festa. Purtroppo non è così. Evidentemente il Presidente non si è accorto che la norma nazionale lascia la possibilità di aprire e che molti supermercati e ipermercati hanno già messo cartelli che annunciano l’apertura”.

Così Acerbo, segretario nazionale di Rifondazione.

“Segnalo che la Regione Puglia ha fatto un’ordinanza proprio come richiesto da Rifondazione Comunista e CGIL. La manderò a Marsilio via whatsapp così potrà verificare la necessità di un provvedimento anche in Abruzzo come nelle altre regioni. Certo è grave che non ci abbia pensato il governo ma si sa che i banchieri sono esperti di altro. Ci sembra il minimo che le cassiere e i cassieri dei supermercati possano stare in famiglia e riposarsi a Pasqua e Pasquetta. Inoltre, in Germania il personale dei supermercati è stato vaccinato insieme agli over80 perchè è evidente che si tratta di una delle categorie più esposte e a rischio. In Italia invece saranno sfruttati anche a Pasqua e Pasquetta. Infatti, grazie alla distrazione del governo Draghi, e alla liberalizzazione del commercio in vigore dal 2012, supermercati e centri commerciali potranno aprire anche a Pasqua e pasquetta. Chiediamo che tutte le regioni emanino ordinanze di chiusura per Pasqua e Pasquetta. Rilanciamo la mobilitazione per l’abrogazione della liberalizzazione del commercio votata da centrosinistra e centrodestra durante il governo Monti”.