Dopo l’assoluzione e la liberazione di Carlo D’Attanasio, il velista pescarese detenuto in Papua Nuova Guinea e oggi gravemente malato, si pensa al rientro in Italia
Dopo quasi cinque anni di detenzione, D’Attanasio è in gravi condizioni di salute, pertanto il rientro in Italia necessita di condizioni di trasporto medicalmente assistite.
“Confidiamo nell’intervento del binario diplomatico per trovare il modo migliore per far rientrare Carlo in Italia. Noi ci siamo messi a disposizione in tal senso, siamo pronti a farlo e lo faremo se nessuno prenderà l’iniziativa di aiutarlo. È una persona le cui condizioni di salute sono gravissime. Mi chiedo cosa ci sia da aspettare” ha detto all’ANSA l’avvocato Mario Antinucci, legale di Carlo D’Attanasio.
Il legale sottolinea che D’Attanasio, assolto ieri dalla Corte d’Appello locale, è affetto da una patologia oncologica al quarto stadio e non può tornare in Italia con un normale biglietto aereo.
“Parliamo di un volo di 18 ore e lui – conclude l’avvocato – necessita di un infermiere e di supporto medico”.
Intanto arrivano le prime dichiarazioni di D’Attanasio dopo la liberazione:
“Sono davvero felice, vi ringrazio tanto di aver avuto fiducia in me. Non smetterò mai di ringraziarvi di aver creduto in me e nella mia innocenza”.
Il velista abruzzese era stato condannato in primo grado a una pena detentiva di diciannove anni per riciclaggio di denaro, secondo l’accusa avrebbe fatto parte di un giro di traffico di stupefacenti.
