Omicidio Martino Caldarelli: Alessia chiamò la figlia prima dell’arresto

Dopo l’omicidio di Martino Caldarelli, il falegname dj di Isola del Gran Sasso, la co-indagata Alessia Di Pancrazio ha chiamato la figlia di sei anni

La cronaca giudiziaria spesso si muove tra ricostruzioni formali e fatti già noti, ma a volte sono i dettagli a rivelare la portata reale di un crimine. È il caso dell’omicidio di Martino Caldarelli, il 48enne falegname e dj di Isola del Gran Sasso, la cui morte ha svelato una vicenda ben più complessa e inquietante.

Come riportato dal quotidiano Il Centro, tre giorni dopo l’omicidio la ventiseienne Alessia Di Pancrazio ha chiamato la figlia di sei anni, che da tempo vive con il padre:

«Mamma, metti il telefono vicino che ti devo dire un segreto. Mamma, mi prendono quando esco. Non ti scordare della mamma. Ricordati che l’ho fatto per te».

Sono le 19:35 di lunedì 14 aprile, poche ore prima della confessione di Alessia Di Pancrazio e poi del suo convivente. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, l’uomo sarebbe stato adescato online dalla coppia – Alessia Di Pancrazio, 26 anni, e Andrea Cardelli, 41 – per poi finire vittima di un ricatto a sfondo sessuale. Il piano si sarebbe trasformato rapidamente in un’aggressione brutale culminata nell’omicidio, avvenuto all’interno di un’abitazione a Corropoli.

Dopo essere stato accoltellato più volte, Caldarelli avrebbe tentato di fuggire, ma sarebbe stato finito nei pressi dell’ingresso della casa con ulteriori colpi inferti alla testa. Il cadavere è stato poi trasportato e nascosto in un laghetto della zona. I successivi tentativi di depistaggio – come la cancellazione di comunicazioni digitali e la distruzione dell’auto della vittima mediante incendio, dopo averne cambiato le targhe – rafforzano il quadro di un’azione premeditata e priva di scrupoli.

L’inchiesta ha inoltre evidenziato il coinvolgimento della coppia in un altro grave episodio avvenuto pochi giorni prima del delitto: il sequestro e la rapina a un uomo con disabilità e le gravi minacce contro di lui e la sua famiglia. L’uomo è poi riuscito a fuggire, evitando per poco conseguenze potenzialmente letali. Entrambi gli indagati hanno infine ammesso il proprio coinvolgimento nei fatti.

Tornando all’episodio più recente, sono state le ammissioni-confessioni di Alessia Di Pangrazio a permettere di ritrovare il corpo della vittima e ricostruire nei dettagli la dinamica del delitto, avvenuto nel corso di una colluttazione violenta e proseguito anche dopo i primi colpi, fino alla morte di Martino Caldarelli. Oggi nuovo interrogatorio in programma nel carcere teramano di Castrogno.