Ocre, strage di cani e gatti con bocconi avvelenati

Sono già diversi i casi accertati di avvelenamento ai danni di cani e gatti, e c’è apprensione anche per l’incolumità e la salute dei cittadini stessi nella frazione di San Felice di Ocre, in provincia di L’Aquila.

 

Nelle ultime settimane sono state oltre una ventina le vittime di bocconi avvelenati, anche se la situazione si protrae ormai da circa un anno nel quale altri sporadici casi hanno determinato la morte di alcuni gatti appartenenti ad una colonia regolarmente registrata e pertanto tutelata secondo la Legge n. 281 del 1991: ignote le motivazioni che hanno spinto qualcuno a gesti di tale crudeltà e vigliaccheria, mentre sarebbero molti i sospetti e gli indizi.

Sono diversi i gatti deceduti, purtroppo, le dosi sono risultate letali per i loro esili corpicini, mentre 3, ad oggi, i cani padronali ricoverati e ancora sotto osservazione, per questi ultimi è stata solo la buona sorte, assieme all’intervento tempestivo dei proprietari, a metterli in salvo con la corsa dal veterinario.

Si è reso necessario per ben due volte l’intervento della ASL, con l’ausilio dei cani molecolari, per il rilevamento delle esche, ma ad oggi nonostante l’area interessi una vasta zona, ancora non è stata predisposta la bonifica del territorio interessato.

E’ stata sporta regolare denuncia, inoltre i Carabinieri sono in possesso dei referti medico-veterinario di servizio pubblico e privato. A seguito dell’autopsia eseguita dall’istituto Zooprofilattico di Teramo, su alcuni gatti è emersa la tipologia di sostanza utilizzata, pertanto le indagini proseguiranno anche presso i rivenditori locali.

Sono stati informati altresì il Sindaco e la Polizia locale, affinché  possano prendere i dovuti provvedimenti in merito a questi episodi avvenuti sul territorio comunale.

E’ stato coinvolto, inoltre, il Nucleo provinciale di Guardie Zoofile Volontarie della Sezione di L’Aquila della Lega Nazionale per la Difesa del Cane che presto effettuerà sopralluoghi e pattugliamenti per monitorare al meglio la zona e il benessere degli animali vaganti e padronali.

“La questione è molto più grave di quanto si possa immaginare,” -afferma in una nota l’associazione ACRES ONLUS- “L’individuo forse non sa che oggi non è più tenera come in passato. Qualora fosse necessario, ricordiamo che l’uccisione di animali, in diritto penale, è il reato previsto dall’art. 544-bis del codice penale ai sensi del quale: «Chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona la morte di un animale è punito con la reclusione da 4 mesi a 2 anni». , , – . Per non parlare chiaramente dei risvolti che ci potrebbero essere qualora fossero coinvolte delle persone come i bambini che giocando potrebbero inavvertitamente mettere in bocca il cibo adulterato: si potrebbe profilare anche un o peggio ancora un . In paese a questo punto c’è un potenziale assassino e questo è gravissimo! Auspichiamo – conclude ACRES- che il senso civico dei cittadini, il monitoraggio da parte della Associazioni di settore e dell’Amministrazione comunale e le indagini delle forze dell’ordine possano far luce al più presto su questo grave e vile episodio e che scene del genere non abbiamo mai più a che ripetersi”.

L'autore

Carmine Perantuono
Laureato in Giurisprudenza, è giornalista professionista dal 1997. Ricopre il ruolo di Direttore Responsabile di Rete8.