La morte di Samantha Ludovici, la madre coraggio di L’Aquila, ha lasciato sgomenta la città. Avrebbe compiuto 47 anni a novembre
Una mamma coraggio, così tanti hanno definito Samantha Ludovici: nonostante le sofferenze della vita, era rimasta solare, determinata, un vulcano di idee e progetti.
L’Aquila non ci crede. La morte di Samantha Ludovici, a qualche giorno dalla sua partecipazione ad una conferenza stampa in Comune, ha lasciato tutti di stucco. La donna è stata trovata senza vita nella sua casa a San Vittorino, poco dopo la mezzanotte, tra martedì e mercoledì.
Le forze dell’ordine indagano per accertare le cause della morte di questa donna forte e determinata, la cui scomparsa improvvisa ha suscitato sgomento nelle comunità dell’Aquila, a Camarda e San Vittorino.
La storia di Samantha in città la conoscevano tutti, per mesi la forza di questa mamma che non si è mai arresa di fronte alle avversità ha riempito le pagine dei giornali locali.
Uno dei tre figli, Steven Polidoro, nel 2022 rimase ferito gravemente in un incidente stradale. Restò a lungo in coma, la mamma ogni giorno vegliava su di lui, fino al risveglio e alla fisioterapia. Sui social Samantha scriveva ogni giorno di lui e pubblicava foto e progressi del suo ragazzo che ce la stava facendo. La vita dà e toglie, a lei aveva restituito una delle ragioni di vita.
Pochi giorni fa, proprio con Steven, era stata ospite di una conferenza in Comune per ricevere un contributo economico dal sindaco e dal vice sindaco per l’acquisto di un organetto. L’organetto è la passione di Steven e lo era anche per Samantha che aveva sogni e progetti, come quello di suonare in una delle piazzette del centro storico alla prossima Perdonanza.
Solare e piena di vita, gli amici di Samantha non si danno pace. Da qualche anno la donna si era ricostruita anche una vita con un nuovo compagno.
Era un uragano Samantha, componeva canzoni con il suo organetto, lavorava con i clown accompagnandoli con la sua musica, aveva fatto parte anche dei Manà Manà animando feste e donando sorrisi e spensieratezza ai più piccoli.
Ecco perché questo addio fa ancora più male, perché era una persona che, nonostante la sofferenza, non aveva permesso a questa di spegnere quel sorriso travolgente e perché della sofferenza aveva fatto una ragione per aiutare gli altri e mettersi al servizio, non solo del figlio, di una comunità. Le amiche di infanzia hanno promosso una raccolta fondi per sostenere i suoi figli.
