Metanodotto Snam: “Devastante” per Asbuc Paganica San Gregorio

L’Amministrazione separata degli usi civici (Asbuc) di Paganica e San Gregorio (L’Aquila) definisce “devastante” il metanodotto Snam

L’Asbuc delle popolose frazioni dell’Aquila ha convocato un’assemblea pubblica e aperta a tutti per mercoledì 23 aprile, alle ore 17, in una grande tensostruttura che verrà montata nella villa comunale di Paganica.

“Siamo sempre più determinati a combattere contro la prepotenza della Snam che vuole devastare il nostro territorio con il suo metanodotto, godendo della complicità e del silenzio della politica tutta, in un grosso banchetto a discapito dell’ambiente, del paesaggio, delle comunità locali, della loro sicurezza e delle loro attività economiche”.

Ad affermarlo è Fernando Galletti, presidente dell’Amministrazione separata degli usi civici (Asbuc) di Paganica e San Gregorio.

L’assemblea ai contrari al percorso del metanodotto Snam che collegherà Sulmona, dove è in corso di realizzazione la centrale di compressione, e Foligno in Umbria, attraversando decine di comuni abruzzesi, tutti in area fortemente sismica. Tra questi anche il territorio di Paganica, per 7 chilometri e quasi 40 ettari.

Secondo i contrari l’opera distruggerebbe cave di tartufi, coltivazioni di zafferano e migliaia di alberi. Il percorso sotto il fiume Raiale sarebbe a meno di 200 metri dal celebre santuario della Madonna di Appari e intersecherebbe il sentiero attrezzato particolarmente apprezzato dai turisti e dagli escursionisti.

All’assemblea pubblica sono invitati tutti i protagonisti della lotta e dei presidi che hanno scongiurato la realizzazione di una discarica dei rifiuti a Monte Manicola.

“È incredibile che chi ha pensato, progettato e deciso il tracciato di questo metanodotto non abbia preso in considerazione il fatto che, qui come altrove, passa sopra una faglia attiva – incalza Galletti -. Eppure dovrebbe far riflettere e suonare l’ennesimo campanello d’allarme l’esplosione della scorsa settimana di un gasdotto della compagnia nazionale Petronas, a Kuala Lumpur, in Malesia, che ha provocato un rogo visibile a chilometri di distanza, con 63 persone persone rimaste ferite, ustionate e intossicate, con l’evacuazione di numerose abitazioni. Nel nostro piccolo, qui nessuno dimentica che, la notte del terremoto del 6 aprile 2009, un tubo dell’acquedotto e quello del gas sono stati tranciati dal movimento tellurico. Niente in confronto di quello che potrebbe accadere ad un gasdotto di così grandi dimensioni in una situazione simile”.

Galletti torna poi ad insistere sul capitolo risarcimenti, proposti da Snam, “appena 100.000 euro, con una quantificazione successiva dei danni di lunga durata. Nulla comunque rispetto ai danni che saranno ad esempio causati alle tartufaie naturali, per una perizia superiori ai 50 milioni di euro”.

“Questa battaglia – conclude Galletti – non riguarda però solo il territorio che l’Asbuc rappresenta, la nostra resistenza non è dettata dalla sindrome del nimby, ovvero dell’ovunque ma non nel mio giardino. Noi ci battiamo contro un’opera inutile che costerà complessivamente oltre 2,5 miliardi,  pagati dai cittadini nella bolletta. Con un rapporto costi-benefici del tutto negativo, visto che il consumo di gas nei prossimi anni sarà destinato a scendere, tenuto conto che si sta accelerando anche in Abruzzo per moltiplicare entro il 2030 la produzione di energia con l’eolico e il fotovoltaico, che è uno degli obiettivi dell’Unione europea. La verità è che il gas è una droga degli onnipotenti che va superata a favore delle rinnovabili. Sembra che ci si stia dimenticando del surriscaldamento terrestre, provocato dalle emissioni di CO2, di cui anche il gas è responsabile, una delle più grandi catastrofi naturali di cui già se ne colgono i tangibili e disastrosi effetti”.