Luco dei Marsi, cane ucciso dopo essere stato legato a un albero

Ucciso dopo essere stato legato a un albero, poi privato del microchip: così è stato trovato un cagnolino dalla polizia locale di Luco dei Marsi, paese di circa seimila abitanti a una decina di chilometri da Avezzano.

Un episodio sul quale intervengono il sindaco e il dipartimento regionale Lega per la Tutela e il Benessere degli animali.

“Chi è arrivato a fare questo ha agito scientemente, non si è trattato di crudeltà improvvisa e casuale, ma premeditata, perché dopo aver ucciso la bestiola ha anche agito in modo inequivocabile per rimuovere il chip, così da non permettere di risalire al proprietario – scrive il sindaco Marivera de Rosa su Facebook – Se il modo in cui una persona tratta gli animali dice qualcosa su quella persona quello a cui siamo di fronte è da brivido. Domani avremo ulteriori dettagli dalla Asl. Daremo corso a tutto il possibile per risalire a chi ha commesso questo atto inaudito. Invito tutti quelli che possono avere informazioni a farcelo sapere, con messaggio privato o nella forma che preferisce, nella massima riservatezza”.

“L’episodio di Luco dei Marsi non può e non deve lasciare indifferenti – dichiarano Francesca Leone e Gigliola Di Domenico, del dipartimento regionale Lega Salvini Premier – Abbiamo discusso con la nostra coordinatrice regionale di Dipartimento Gloria Verratti, il problema va oltre la sfera in sé e si allarga a una problematicità sistemica sociale che certamente non può essere risolta in tempi brevi. Occorre un inasprimento delle pene che non faccia più sconti a nessuno e ci faremo portavoce di questa istanza a tutti i livelli. Invitiamo tutti i proprietari a riflettere sull’importanza della microchippatura che possa in qualche modo arginare l’allontanamento di questi animali dai loro ambienti dove sicuramente corrono meno rischio di imbattersi di questi oscuri figuri, che purtroppo girano liberamente per i nostri comuni”.

“Un gesto di una violenza inconcepibile, che ha provocato enormi sofferenze a un essere innocente e offende tutti noi che amiamo gli animali e ci battiamo ogni giorno per salvarli dal randagismo e offrire loro
una vita migliore”. Commenta così la deputata Michela Vittoria Brambilla, presidente della Lega Italiana Difesa Animali e Ambiente (Leidaa). Brambilla ricorda di aver presentato in Parlamento una proposta di legge che aumenta le pene per chi maltratta e uccide e introduce la circostanza aggravante per la divulgazione dei crimini con mezzi informatici e telematici, con l’obbligo dell’immediata rimozione per i provider. “Chiedo al governo di calendarizzarla e approvarla al più presto perché simili atti di violenza non devono più restare impuniti”. “Atti del genere sono orribili in sé e inaccettabili anche per la tenuità delle pene con cui troppo spesso i responsabili vengono puniti – dichiara la parlamentare – Bisogna assicurarsi che chi compie crimini del genere vada davvero in carcere e per questa ragione con la mia associazione presenteremo denuncia contro ignoti: non è solo un atto di giustizia, ma anche una sicurezza per tutti dal momento che, come dimostrano le cronache e diversi studi scientifici, chi fa del male agli animali finisce spesso per farlo anche agli uomini”.

FOTO DI REPERTORIO