Liceo Marconi Pescara, 17 classi ancora senza sede. La preside: “No a didattica a distanza e doppi turni”

La certezza è che la prima campanella suonerà lunedì 13 settembre per i 1500 alunni circa del liceo Marconi di Pescara. Quel che invece ancora non è certo è la sede che ospiterà 17 classi fino a ottobre, secondo il piano previsto per il ricollocamento delle 64 classi della scuola pescarese.

Insomma il liceo Marconi si prepara ad affrontare una vera e propria diaspora in questo imminente anno scolastico per consentire l’abbattimento e la ricostruzione della storica sede di via Marino da Caramanico. Le cinque sedi individuate per ospitare gli alunni sono quelle della Di Marzio-Michetti, dell’Aterno-Manthonè, del De Cecco, dell’ex Accademia musicale pescarese di via dei Peligni e il palazzo dell’ex Fater, che però non sarà pronto prima di ottobre. Ed è questo il primo scoglio da superare per la neodirigente scolastica del Marconi, Giovanna Ferrante, proveniente dall’Ipssar di Villa Santa Maria, che dovrà gestire un anno tutt’altro che facile.

Per la sua sua prima intervista televisiva, nelle vesti di nuova dirigente del Marconi, abbiamo raggiunto Giovanna Ferrante in via Avezzano, nei locali che la provincia di Pescara ha messo a disposizione per gli uffici della direzione e dell’amministrazione del Marconi.

«Ho ereditato una situazione abbastanza critica – esordisce Giovanna Ferrante – ma nulla ci spaventa, perché c’è la volontà di trasformare le negatività in positività. Vedremo di trovare in questi pochi, pochissimi giorni che mancano alla prima campanella del 13 settembre una soluzione anche per le 17 classi che non hanno ancora una sede per l’inizio dell’anno scolastico. La didattica a distanza non è un’ipotesi contemplata e io mi batterò anche contro l’ipotesi dei doppi turni pomeridiani che arrecherebbero ulteriori danni agli alunni che si troverebbero a rincasare tardi, dopo una giornata di studio. Il diritto allo studio sarà garantito comunque a tutti i 1500 studenti del liceo Marconi, dal 13 settembre e fino alla fine dell’anno scolastico. Una soluzione ci sarebbe: chiedere ospitalità all’università d’Annunzio. Ho già chiamato il rettore Caputi per sollecitare un incontro urgente».