Tempera: associazioni contro l’ennesima cava

La Stazione Ornitologica Abruzzese dice no all’ennesima cava da 400 mila metri cubi da realizzarsi a Tempera, frazione dell’Aquila

Il progetto è stato depositato al comitato di Valutazione di Impatto Ambientale della Regione e la stazione ornitologica ha già presentato le proprie osservazioni affinché non venga realizzato. I proponenti, ha spiegato Augusto De Sanctis, operano già in altre cave vicine e vogliono riattivare la vecchia cava Masci abbandonata ampliandola.
Una cava, ricorda la stazione ornitologica, che negli anni ’90 fu protagonista di inchieste e sequestri e viene richiamata più volte negli atti della Commissione parlamentare di indagine sui rifiuti. Negli atti della Commissione, infatti, si può leggere: “Altre vicende significative sono quelle relative alla gestione della cava Masci, in provincia dell’Aquila, dove risultano smaltimenti illeciti di rifiuti pericolosi provenienti da altre regioni e stando ad alcune dichiarazioni dell’ex Procuratore capo di Napoli De Raho c’era anche l’interesse dei Casalesi sulla cava”. 
Il centro Masci fu sequestrato dai carabinieri nel 95. Una cava che, va precisato, nulla ha a che fare con quella vicina attiva ed in regola.

 La Stazione Ornitologica Abruzzese nelle osservazioni ha fatto notare delle criticità anche su altri elementi. Verrebbero abbattuti gli alberi che ospitano una colonia di Airone cenerino, la cui nidificazione è tutelata dalle leggi, non viene chiarita dai nuovi proponenti, estranei alle vicende e alle problematiche del sito risalenti nel tempo, la situazione ambientale attuale della cava in relazione ai gravissimi fatti riferiti dalla Commissione parlamentare, alcune delle particelle catastali rileva ancora la stazione, coinvolte nel progetto in realtà sarebbero gravate da uso civico. Pertanto è stato richiesto l’accertamento della reale condizioni e disponibilità delle stesse. Altre motivazioni riguardano la vicinanza del fiume Vera e l’area inoltre è agricola.

Chiunque può presentare le proprie osservazioni entro il 8 febbraio 2022 al comitato VIA della Regione Abruzzo. Per la SOA insomma non si può continuare a bucare le montagne abruzzesi quando è necessario, anzi, obbligatorio per le normative comunitarie, puntare sul riutilizzo dei materiali inerti.