L’Aquila: emergenza pronto soccorso, il ruolo delle scuole di specializzazione

La medicina di Emergenza è in crisi e le problematiche che investono i pronto soccorso sono notevoli. I giovani medici non vogliono più intraprendere questa carriera. I dati snocciolati dalla professoressa Clara Balsano, direttrice della scuola di specializzazione di medicina d’emergenza urgenza dell’Ateneo aquilano, parlano chiaro

Riflessioni e criticità emerse nella due giorni di convegno sulla medicina d’emergenza. La pandemia ha messo ancora più in luce i problemi evidenziando la carenza di personale e l’arretratezza delle infrastrutture italiane che allontanano di fatto i medici dalla branca dell’urgenza. La medicina di emergenza urgenza attraversa una crisi di vocazione. I medici sono scoraggiati dai carichi di lavoro pesanti, dall’esposizione a rischi, basse gratificazioni e scarse prospettive di carriera. Il ministero della sanità ha stanziato 147 milioni di euro finanziando 1152 borse ma le iscrizioni sono state inferiori ai posti disponibili e 80 milioni torneranno al ministero. Per questo, per rendere più attrattiva la specializzazione, sarà istituita una conferenza permanente dei 36 direttori delle scuole di medicina di emergenza presenti in Italia.

Uno dei grandi problemi è anche quello degli accessi dei pazienti ai pronto soccorso spesso impropri. I dati sono eclatanti: a fronte di 125 mila accessi nello scorso anno, nella sola Asl dell’Aquila i ricoveri sono stati 6 mila.