L’Aquila, Gizzi (Ater): “Per ricostruire serve flusso costante di risorse”

Nessun ritardo nella ricostruzione delle case dell’edilizia popolare pubblica. Sono duemila su 2.500 le famiglie che sono rientrate negli appartamenti Ater dell’Aquila ricostruiti dopo il terremoto, che ha lesionato 1.500 alloggi.

A fare il punto della ricostruzione dell’edilizia residenziale pubblica aquilana – spesso finita nel vortice delle polemiche per i forti ritardi con cui i lavori sono stati portati avanti – è il direttore generale Venanzio Gizzi. Che rivendica “un lavoro svolto fino a oggi con grande attenzione ma condizionato dai finanziamenti messi a disposizione”.

Ora si corre per ultimare le ultime gare, la pubblicazione dovrebbe concludersi entro il 2021 e ci si avvierà – a quel punto – alla conclusione degli interventi su tutti i 422 appartamenti su cui per ora ancora non si è intervenuto e a cui si sommano i 321 già avviati. Quel che serve, è un flusso costante dei finanziamenti – sottolinea Gizzi – che punta il dito proprio sui ritardi con cui le risorse sono stati erogate.

Intanto però sembra sparito nei cassetti dell’Ater e del Comune il progetto della passata amministrazione inserito nel piano “Mura della città”, che prevede la riqualificazione della zona compresa fra Porta Leoni, San Bernardino e Santa Maria di Farfa, con la realizzazione di un’area verde e di un belvedere affacciato sul Gran Sasso, la Maiella, il Velino Sirente. Nel giugno 2017 l’ex sindaco Massimo Cialente e l’amministratrice unica dell’Ater, Francesca Aloisi, firmarono un accordo che prevede l’abbattimento di 60 appartamenti, al posto dei quali il Comune dovrebbe offrire case in centro storico, un progetto portato avanti dall’assessorato alla Ricostruzione e per il quale il Governo ha stanziato 4 milioni di euro per il belvedere e per i parcheggi interrati, tramite delibera Cipe. E di cui, a oggi, non si sa più nulla.

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