L’Aquila: una Perdonanza, la 727esima, all’insegna dei grandi ospiti. Da Cocciante a Renato Zero e tanti altri

Il gran ritorno sul palcoscenico dell’Aquila di Riccardo Cocciante, la partecipazione straordinaria di Renato Zero alla serata di chiusura e poi Max Pezzali, Gigi D’Alessio, nomi illustri della danza italiana e i ragazzi dell’orchestra del conservatorio “Casella”. Sarà una Perdonanza all’insegna degli eventi di qualità quella dell’edizione numero 727.

I principali appuntamenti, in programma tra il 23 e il 30 agosto, sono stati illustrati stamani all’Auditorium del Parco dal sindaco Pierluigi Biondi e dal direttore artistico, maestro Leonardo De Amicis. Erano presenti anche i membri del Comitato Perdonanza, di cui il sindaco Biondi è presidente: la struttura che, per conto dell’amministrazione comunale, organizza le cerimonie e gli eventi. La Perdonanza è stata riconosciuta dall’Unesco patrimonio culturale immateriale dell’umanità nel dicembre 2019.

“Come lo scorso anno, purtroppo, la prudenza per la prevenzione dal contagio da covid impone di limitare l’allestimento del corteo storico del 28 agosto che sarà di nuovo in forma statica – ha spiegato il sindaco Biondi –.  I figuranti in costume verranno disposti lungo i lati di viale Collemaggio, con la possibilità di vederli per il pubblico entrando sul viale a fasce orarie e le sole Dame della Bolla e della Croce e il Giovin Signore, accompagnati dalla Municipalità, a percorrere il viale medesimo, dalla Chiesa di Cristo Re, fino alla basilica. Peraltro questi nuovi figuranti principali incontreranno quelli della scorsa edizione sabato 21 agosto, alla sala Rivera di Palazzo Fibbioni, per il tradizionale passaggio di consegne”.

Il primo cittadino del capoluogo abruzzese ha, inoltre, specificato che al centro dell’evento celestiniano di quest’anno “c’è il tema della formazione. Non è un caso che le figure principali del corteo siano tre persone legate al mondo dell’istruzione. Con questa scelta abbracciamo le famiglie, tutti i bambini e i ragazzi che sono stati costretti a fare lezione davanti a un computer, il corpo docente e non docente che ha dovuto confrontarsi con un modo nuovo e anomalo di formare, chi ha dovuto rinunciare ai riti della giovane età: dalle gite ai 100 giorni, fino alla socialità della vita d’ateneo”.