L’Aquila, sindacato finanzieri su maltrattamenti: “Chiarezza sì, gogna no”

Dopo l’interrogazione sui presunti maltrattamenti nella Scuola della Guardia di Finanza di Coppito (L’Aquila) interviene l’Usif: “Chiarezza sì, gogna no”

In merito alle indiscrezioni di stampa relative a presunte situazioni penalmente rilevanti verificatesi presso la Scuola Ispettori e Sovrintendenti della Guardia di Finanza di L’Aquila – oggetto, tra l’altro, di un’interrogazione parlamentare presentata dalla senatrice Ilaria Cucchi e di una segnalazione comunale da parte delle consigliere Stefania Pezzopane e Simona Giannangeli – l’Unione Sindacale Italiana Finanzieri (USIF), primo sindacato della Guardia di Finanza, auspica che venga fatta immediata chiarezza.

La nota della Segreteria Generale dell’Unione Sindacale Italiana Finanzieri (USIF).

“È doveroso verificare quanto denunciato, ma attenzione: con la gogna mediatica non si arriva a verità e giustizia. Respingiamo con fermezza qualsiasi tentativo di strumentalizzazione o demonizzazione degli istituti di formazione e del personale in essi impiegato, che rappresentano un fiore all’occhiello non solo per il Corpo, ma per l’intero Paese.

La tutela dei diritti e della dignità degli allievi è fondamentale e costituisce un obiettivo che perseguiamo quotidianamente. Altrettanto importante, però, è il rispetto per le istituzioni formative del Corpo, che da sempre garantiscono standard di eccellenza nella preparazione dei futuri finanzieri. Sì dunque alla chiarezza, ma nel silenzio e nel rispetto delle parti coinvolte.

Positiva, invece, l’attenzione mostrata dalla senatrice Cucchi in merito all’assenza di risposte da parte del Comando Generale alle richieste dei sindacati. È inammissibile che non vi siano riscontri nei confronti delle organizzazioni sindacali rappresentative e legittimate al dialogo e alla consultazione, che da tempo portano avanti ogni utile battaglia per il riconoscimento del proprio status”.

Sulla vicenda è intervenuto anche il Sindacato italiano autonomo finanzieri che respinge le accuse di atti vessatori e sevizie rivolte al personale istruttore della Scuola Ispettori e Sovrintendenti della Guardia di Finanza dell’Aquila, definendole “gravi e lesive della dignità e professionalità degli
operatori”.

Secondo il sindacato tali affermazioni “offrono una visione distorta e fuorviante della realtà”.
In una nota a firma di Eliseo Taverna, segretario generale nazionale, e Antonio Cammarano, vice segretario interregionale Abruzzo e Molise Siaf, il sindacato chiarisce che le attività della Scuola, come l’alzata mattutina alle 6:20 o l’attenzione formale all’aspetto fisico e comportamentale, rientrano nella normale disciplina militare”.

Quanto alle presunte forzature su allieve con problemi fisiologici, il sindacato precisa che “in
presenza di dismenorrea o di altri disagi similari, che creino difficoltà a svolgere le normali attività, viene concesso, su richiesta delle interessate, il riposo medico presso la propria camera, previa autorizzazione del dirigente sanitario”.

“In merito alla percentuale di rinunce al corso – ricorda il sindacato – storicamente ogni anno si registrano entro i primi trenta giorni abbandoni da parte di aspiranti vincitori di concorso, e le ragioni non sono certo attribuibili a trattamenti disumani, distorti o vessatori, ma semplicemente al fatto che alcuni di loro realizzano e prendono atto, probabilmente, di non aver fatto la scelta giusta rispetto alle proprie aspettative”.

Nella nota viene anche ricordato che i ragazzi “entrano nel Corpo più o meno in un’età post adolescenziale, con tutto ciò che fisiologicamente ne deriva, anche in termini di fragilità, e
dopo tre anni escono donne e uomini strutturati”.

Il sindacato si riserva dunque di tutelare il personale coinvolto anche legalmente, visto l’impatto mediatico e la delegittimazione in atto, ricordando che la Scuola forma ispettori preparati “a
rispondere alle sfide della sicurezza nazionale con rigore, disciplina e resilienza”.