L’Aquila: la mensa celestiniana non sarà demolita

La mensa di Celestino è salva e non sarà demolita. Dopo la sospensiva dello scorso autunno, il Tar ha parzialmente annullato l’atto con il quale il Comune aveva disposto la demolizione

Accolto dunque il ricorso della Fraterna Tau che gestisce la struttura, redatto dell’avvocato Fausto Corti.

Resta il nodo relativo a chiesa e convento oltre ad alcuni container a disposizione di diverse associazioni.

Un passaggio della sentenza, anticipata sulle colonne del quotidiano il Centro, chiarisce che chiesa e convento non sarebbero più necessarie in quando la loro collocazione era temporanea per esigenze post sisma considerando il fatto che le attività si sono spostate nella ritrovata San Bernardino e i frati sono a San Giuliano nel convento.

L’avvocato Fausto Corti chiarisce che “il Comune in questo caso potrebbe ordinare la demolizione ma anche in questo caso sono pronti a ricorrere al Consiglio di Stato perché soprattutto la chiesa è ancora molto frequentata”.

La vicenda attorno al complesso costruito nel post sisma era esplosa lo scorso anno. La gestione della struttura era regolata da un protocollo di intesa sottoscritto il 5 aprile 2010 tra Comune, il Centro grazie alle donazioni dei lettori, Protezione civile e Fraterna Tau. Il protocollo prevedeva la rimozione entro 36 mesi salvo proroghe, De Nardis dirigente comunale, ordina la rimozione ma per il Tar i 36 mesi non potevano essere perentori dal momento che c’era la clausola che specificava “fino a cessare esigenze”.

La questione in città aveva destato clamore vista la preziosa opera che porta avanti la Fraterna Tau con la mensa dei poveri che si trovava in precedenza in via del Giardini e che negli anni grazie ai volontari ha donato pasti a tantissime persone in difficoltà, oltre a portare avanti tante altre attività.

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L'autore

Carmine Perantuono
Laureato in Giurisprudenza, è giornalista professionista dal 1997. Ricopre il ruolo di Direttore Responsabile di Rete8.