La bici come strumento di pace da Pescara a Sarajevo

Il progetto Bike4truce arriva a Mostar e Sarajevo per diffondere i valori della tregua. La bici come strumento di pace nelle attività della Fondazione Olos Onlus di Pescara.

Nel mese di maggio, alla vigilia dell’arrivo del Giro d’Italia sulla Majella, avevano “disegnato” sulla montagna un cerchio di pace con le torce elettriche. Ora si apprestano a partire per Sarajevo, ancora una volta per diffondere il valore della tregua utilizzando la bici come veicolo di pace nel ciclotour che si svolgerà dal 22 al 29 giugno 2017.

“Sotto le stelle di Celestino – dice Valerio Di Vincenzo, della Fondazione Olos – abbiamo immaginato, oltre l’Adriatico, i popoli che vivono nelle Repubbliche originate dalla frammentazione dell’ex Jugoslavia. A poco più di vent’anni da quella guerra, quei territori portano i segni ancora non rimarginati di una guerra etnica scoppiata nel cuore dell’Europa, che ci riguarda da vicino anche per la drammatica evoluzione degli eventi più recenti e per la estremizzazione dei conflitti di civiltà. E’ proprio quella visione ad aver ispirato la nostra nuova sfida, che abbiamo chiamato Rims of Peace”.

Rims of Peace, ossia Cerchi di Pace, porterà Ginello Cimini, Luciana Di Sabatino e Valerio Di Vincenzo a percorrere circa 400 chilometri in Croazia e Bosnia-Erzegovina, fino ad unire idealmente la Majella, montagna “madre” d’Abruzzo, e Sarajevo, città martire di uno dei più atroci conflitti europei del ‘900, anche sede delle Olimpiadi Invernali del 1984. Un viaggio che, oltre alla città di Sarajevo, prevede un’altra tappa particolarmente significativa: Mostar.

“A Mostar saremo accolti da Elvedin Nezirović, il direttore del Pavarotti Music Center. Con lui parleremo delle difficoltà incontrate nel portare avanti una delle iniziative più qualificanti prefigurate da Pavarotti, Brian Eno e gli U2, i quali finanziarono l’istituzione del Centro nel 1997. In particolare, mi riferisco ai programmi di musicoterapia rivolti a tutti, ma soprattutto ai giovani traumatizzati dagli eventi bellici. Si tratta di una prassi ben consolidata insegnata anche al Conservatorio Luisa D’Annunzio di Pescara in uno specifico corso di studi. Sonderemo il terreno per capire se sia possibile riattivare i corsi del Pavarotti Music Center con personale specializzato locale”.

Nella seconda tappa, a Sarajevo, i tre saranno accolti da Enver Hadžiomerspahić, direttore generale del progetto per la realizzazione del museo di arte contemporanea Ars Aevi, impegnato nell’allestimento di una collezione di opere donate dai maggiori artisti contemporanei internazionali. Le finalità di Ars Aevi, che vede impegnata anche l’Ambasciata Italiana a Sarajevo, hanno indotto le autorità della Bosnia-Erzegovina a candidare il progetto al Premio Nobel della Pace.

“Il progetto B4T – dice ancora Di Vincenzo – si rivolge a chi sceglie e pratica l’etica del pedalare sostenendo uno stile di vita rispettoso degli equilibri individuali, relazionali e naturali. Su questa vibrazione di fratellanza, di condivisione di valori e pratiche di convivenza pacifica, abbiamo segnalato ad Enver che nel 2016, dall’Italia, è partita anche la candidatura al Nobel della nazionale ciclistica femminile dell’Afganistan, un modo per riconoscere anche il valore della bicicletta. L’occasione di Sarajevo favorirà anche un interessantissimo confronto tra le due candidature”.

Durante la permanenza della delegazione italiana a Sarajevo verrà proiettato il film documentario di Peter Ranalli “Bike4truce.La bicicletta come strumento di Tregua”, prodotto dalla Fondazione Olos.

“L’intero tragitto del ciclotour Rims of peace Sarajevo-Majella – conclude Di Vincenzo – servirà non solo a consolidare le opportunità di collaborazione volte ad accrescere lo sviluppo della convivenza pacifica, ma anche ad ascoltarsi reciprocamente, a creare legami che sommergano la barbarie della guerra”.

 

La Fondazione Olos Onlus (www.olosfondazione.org) nasce nel 2008 con l’obiettivo di affermare e promuovere, attraverso iniziative concrete, le relazioni pacifiche tra i popoli. Sostiene la democrazia partecipativa e l’abbattimento delle distanze in campo scientifico, educativo, culturale e tecnologico e accarezza il sogno di candidare la bicicletta al Premio Nobel per la Pace. In questa direzione va il progetto Bike4truce, promosso da Olos per chiedere il rispetto delle risoluzioni ONU a sostegno della Tregua Olimpica (il periodo di sospensione dei conflitti in occasione della celebrazione dei Giochi Olimpici e Paralimpici).
Bike4truce utilizza i canali web e promuove diverse iniziative social, come contest fotografici, concorsi per film maker, vendita online di gadget per la sicurezza stradale. Inoltre, insieme ad enti e associazioni presenti sul territorio, partecipa a progetti di recupero e valorizzazione di bici usate o dismesse a favore dell’inclusione sociale di soggetti deboli e si impegna nel diffondere le buone pratiche della sicurezza stradale e della mobilità sostenibile.
Il documentario “Bike4truce. La bicicletta come strumento di tregua” ha per tema il ciclo-tour della Tregua svoltosi in concomitanza con i giochi olimpici di Londra 2012. La narrazione è arricchita da una serie di testimonianze, tra le quali quelle dei due olimpionici italiani Giovanni De Benedictis e Fabrizia D’Ottavio.

Qui il filmato su youtube:

videohttps://www.youtube.com/watch?v=jJwiertIdNk&feature=youtu.be