Incendio Pescara: mentre si studia la natura i cinque stelle parlano di responsabilità politiche

“La presenza del Pino d’Aleppo farebbe pensare ad un insediamento boschivo di origine naturale e, soprattutto, di molto precedente rispetto alla presenza degli spagnoli, come invece era stato ipotizzato nelle ore precedenti”. A contribuire al dibattito, oggi al Tg8 Giulio Del Collibus, presidente dell’Archeoclub di Pescara. Intanto, il gruppo dei 5 stelle al comune di Pescara ha ricordato che poco più di due mesi fa era stata approvata una mozione, alla quale però non è ancora stato dato seguito, per potenziare la sorveglianza della riserva dannunziana.

Tuttavia che si tratti di bosco naturale o pineta artificiale poco importa, quello su cui quasi tutti concordano è che è stato fatto poco per prevenire il mega incendio di qualche giorno fa, sia sotto il profilo della vigilanza ambientale che attraverso misure scaturite dall’interessamento e dalla responsabilità della politica.

Oggi, intanto, il gruppo dei 5 stelle al comune di Pescara ha ricordato che a fine giugno era stata approvata una mozione per potenziare la sorveglianza della riserva dannunziana. Dopo la tragedia che ha colpito la Riserva Dannunziana nella giornata di domenica e l’emergenza che inevitabilmente ne è seguita, per il Movimento 5 Stelle “è tempo di ragionare sulle responsabilità politiche di una simile tragedia per la città di Pescara e per l’Abruzzo. Come sempre accade in questi momenti, è necessario verificare se tutti i soggetti preposti e le istituzioni hanno fatto il proprio dovere”.

“È inevitabile – commentano i consiglieri Erika Alessandrini e Paolo Sola – stigmatizzare la lentezza dell’amministrazione comunale di centrodestra, nella tutela di questo patrimonio verde della città. Non vorremmo pensare che il ritardo sia dato dal fatto che era una proposta del M5S, approvata con i voti di tutta l’opposizione e di un solo consigliere di maggioranza. Eppure le avvisaglie sul rischio di incendi nella Pineta Dannunziana erano costanti, come i roghi che già a maggio e giugno avevano interessato alcune zone all’interno della Riserva, e che avevano spinto i consiglieri pentastellati a proporre la mozione poi approvata a giugno.

“Più di un mese di nulla – proseguono i consiglieri Massimo Di Renzo e Giampiero Lettere – oltre ai precedenti 20 anni dalla costituzione della Riserva in cui niente è stato fatto per istituire concretamente un servizio di vigilanza ambientale che avrebbe preservato e difeso la Riserva Dannunziana anche da episodi come quello di domenica, con un’attività di sorveglianza antincendio attraverso organizzazioni no-profit con adeguate e certificate competenze in materia ambientale e naturalistica. Nello scorso mese di giugno, proprio in seguito all’ultimo dei roghi ricordati, lo stesso Comitato Provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, presieduto dal Prefetto Giancarlo Di Vincenzo, aveva ritenuto necessario alzare il livello di attenzione sulla Riserva Dannunziana, anche attraverso il ricorso a videosorveglianza e fototrappole. Segnalazione, anche questa, rimasta senza alcun seguito”.

“L’istituzione di questo servizio forse non sarebbe bastata ad impedire del tutto una simile tragedia -concludono i consiglieri pentastellati – ma avrebbe potuto attutirne le conseguenze con con un’attività di prevenzione e un pronto intervento. Sicuramente una tale inerzia è un fatto gravissimo che pone la Giunta Marci in una posizione di totale incapacità nel difendere e valorizzare l’elemento identitario più forte della città. Città che oggi, per colpa di criminali da una parte e politici inermi dall’altra, piange un pezzo della sua storia che non tornerà più”.

Tornando al dibattito sull’insediamento boschivo al Tg8 De Collibus puntualizza: “Che si tratti di bosco naturale o pineta artificiale poco importa, quello su cui quasi tutti concordano è che è stato fatto poco per prevenire il mega incendio di qualche giorno fa, sia sotto il profilo della vigilanza ambientale che attraverso misure scaturite dall’interessamento e dalla responsabilità della politica.

 

Barbara Orsini: