GdF: società immobiliare trasferita da Padova in Abruzzo per ottenere ingenti finanziamenti, sotto sequestro 2,5 milioni

I Finanzieri del Comando Provinciale di Padova hanno dato esecuzione a un decreto di sequestro preventivo emesso dal Tribunale di Padova, per un importo complessivo di 2,5 milioni di euro circa

La Guardia di Finanza Padova ha eseguito un sequestro preventivo di 2,5 milioni di euro circa, tra beni e disponibilità finanziarie riconducibili a due amministratori di una società immobiliare, indagati per indebita percezione di erogazioni pubbliche e altri reati societari. Sono state effettuate diverse perquisizioni, con la collaborazione di altri Reparti del Corpo, nelle province di Padova, Vicenza, Treviso, Ferrara, Modena e L’Aquila. L’indagine, partita alla metà del 2022, riguarda un’impresa con sede in provincia di Padova, e recentemente trasferita in Abruzzo, che avrebbe utilizzato bilanci e documenti ritenuti falsi nel periodo immediatamente successivo al lockdown, per richiedere e ottenere ingenti finanziamenti da diversi istituti di credito, assistiti dalla garanzia dello Stato concessa a sostegno delle Pmi. Con l’acquisizione della società, non più operativa e intestata anche a prestanome, venivano avanzate richieste di finanziamento alle filiali delle banche. Gli indagati avrebbero falsificato i bilanci, aumentato fittiziamente il capitale sociale, predisposto dossier su investimenti e progetti da
realizzare, richiedendo, parallelamente al finanziamento, la garanzia dello Stato concessa dal Fondo per le Pmi, istituito con il Collegato alla legge finanziaria 1997, amministrato da Mediocredito Centrale S.p.a., e le cui procedure erano state semplificate con il “Decreto liquidità”, emanato durante l’emergenza sanitaria. Il denaro indebitamente ottenuto veniva quindi prelevato o bonificato a favore degli indagati e delle loro imprese.

In particolare, sono state sequestrate due autovetture, tra le quali un Suv di lusso, e denaro rinvenuto sui conti correnti degli indagati e della società. L’impresa con sede nella provincia padovana si era recentemente trasferita in Abruzzo, a Pratola Peligna, e avrebbe utilizzato bilanci e documenti ritenuti falsi, nel periodo immediatamente successivo al lockdown, per richiedere e ottenere ingenti finanziamenti da diversi istituti di credito, assistiti dalla garanzia dello Stato concessa a sostegno delle piccole e medie imprese. A mettere sulla strada giusta gli investigatori sono stati alcuni elementi di indagine: la società si era trasferita in un ‘rudere’, senza utenze né dipendenti nemmeno contratti di lavoro operativi. Si trattava quindi di una società non operativa, e l’operazione finanziaria era esclusivamente cartacea.