GdF Pescara, sequestrati 50mila articoli di bigiotteria tossica e contraffatta

Un altro duro colpo inferto dalla Guardia di Finanza di Pescara agli illeciti in materia di contraffazione e sicurezza prodotti

Nell’ambito del piano d’azione “Stop Fake” infatti, le fiamme gialle del capoluogo adriatico hanno effettuato un nuovo sequestro amministrativo di quasi 50 mila articoli di bigiotteria venduti da uno shopper illegale, un bangladese, nei pressi della stazione centrale. Merce che si va ad aggiungere agli oltre 93
mila pezzi non conformi già requisiti nei giorni scorsi sempre dai militari del Nucleo di Polizia EconomicoFinanziaria, per un valore commerciale che si aggira intorno ai 120 mila euro. Si tratta di gioielli falsi, non in regola con la normativa sull’etichettatura dei prodotti. Orecchini, bracciali, anelli: oggetti che sarebbero andati a diretto contatto con la pelle, pur risultando privi delle informazioni sulla loro composizione. Un esame approfondito degli articoli ha fatto emergere mancanza di packaging adeguato e presenza di materiale tossico del tipo nichel, responsabile, com’è noto, di molte reazioni allergiche, con coloranti organici non conformi alla legge europea che si trasferiscono facilmente alla pelle sudata e provocano eczemi e arrossamenti. La sanzione applicata, in questi casi, può arrivare fino a quota 26mila euro.
“Il controllo economico del territorio, quando orientato all’anticontraffazione, garantisce e tutela la salute collettiva”, commenta il Colonnello t.ST Antonio Caputo, Comandante Provinciale della Guardia di Finanza di Pescara. “I rischi cui si può incorrere acquistando articoli esposti per la vendita al pubblico privi dei contenuti minimi delle informazioni sull’eventuale presenza di materia o sostanze che possono arrecare dall’uomo e all’ambiente, sono numerosi”.
Ma esiste un vademecum da seguire per difendersi dai falsi? Una delle regole principali è quella di fare attenzione ai prezzi, perché i prodotti molto economici possono essere indice di scarsa qualità. Un’altra buona regola è quella di rivolgersi sempre a venditori autorizzati, che offrono evidenti garanzie sull’origine e sulla sicurezza della merce. “Anche stavolta”, conclude Caputo, “le investigazioni vanno avanti per ricostruire la filiera illecita di approvvigionamento e di smistamento sul nostro territorio dei prodotti pericolosi sequestrati”.