Furto al Bataclan: svolta nelle indagini

Furto dell’opera di Bansky: svolta nelle indagini a Parigi con l’arresto di nove cittadini magrebini.

La svolta del caso Bataclan con il furto della porta con il murale di Bansky arriva dalla Francia con l’arresto di nove cittadini magrebini coinvolti secondo gli investigatori nel furto a Parigi dell’opera, rinvenuta in un casolare delle campagne del teramano.

Il ritrovamento era stato oggetto nei giorni scorsi di una conferenza all’Aquila del procuratore Michele Renzo. La sinergia tra autorità francesi e procura dell’Aquila sta dando i suoi frutti.

I magrebini arrestati sarebbero in qualche modo collegati al connazionale che lo scorso anno avrebbe portato l’opera in Italia lasciandola in custodia all’imprenditore di Tortoreto titolare di un B&B che, nelle scorse settimane, di fatto l’ha spostata nel casolare a S.Omero, dove è stata ritrovata dai Carabinieri di Alba Adriatica assieme alla polizia francese.

Ancora non ci sono molti particolari perché le autorità francesi mantengono il massimo riserbo. Intanto in questi giorni sono stati sentiti (il reato è ricettazione) sia l’imprenditore italo francese che il magrebino suo conoscente, e poi un uomo di Giulianova che avrebbe fatto da mediatore.

L’imprenditore teramano si è difeso sostenendo che non conosceva il valore dell’opera e che si è limitato a fare una cortesia al magrebino che spesso alloggiava nella sua struttura lasciando in custodia degli oggetti, questa la sua tesi.

Il furto al Bataclan, come si ricorderà, é avvenuto il 26 gennaio del 2019, a 4 anni dall’attentato. Gli investigatori però sono convinti che il casolare scelto per occultare l’opera non sia stato scelto a caso. Probabilmente era lì in attesa di essere visionata da un collezionista o mercante d’arte. Ad ogni modo il procuratore dell’Aquila Michele Renzo in sede di conferenza ha ribadito che per ora non ci sono elementi tali da far pensare a qualcosa di diverso dal puro fine economico.

Il servizio del Tg8

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