Sulla vicenda contrastata per la realizzazione di Megalò 2 da registrare la nota dell’Ex Assessore Regionale Mauro Febbo.
Febbo fa chiarezza alla luce della recente sentenza del Consiglio di Stato, spiegando che il dispositivo non cambia di molto la sostanza:
“Comprendo le esigenze, nonché l’interesse, della società Sile di perseverare nella realizzazione e/o ampliamento del nuovo centro commerciale, individuato come Megalò 2, ma la sentenza del Consiglio di Stato, nella sostanza, non modifica i termini e il quadro generale. La società, in precedenza, aveva chiesto un riesame postumo del Via ma questa procedura era stata rigettata dallo stesso Comitato. In primo grado il Tar aveva convalidato l’operato del Via mentre il Consiglio di Stato ha rilevato che esistono gli estremi per l’accoglimento della istanza. Le argomentazioni che negli anni sono state sollevate dalla Sile, mirate all’ampliamento del centro commerciale Megalò, sono state sempre respinte dal Comitato Via e non essendoci state evidenti modifiche mi pare evidente che la posizione della Regione sia sempre la stessa. Nell’area metropolitana Chieti-Pescara, infatti, si registra un’alta concentrazione di siti per la GDO, tra le più alte d’Europa, e per questo non si ritiene necessario ai fini socio-economici un ulteriore insediamento, fermo restando che restano in piedi le questioni legate al rischio idraulico, e non solo, della zona in cui dovrebbe sorgere il Megalò 2. Resto comunque basito della inerzia da parte delle due amministrazione comunali, Chieti e Cepagatti, rispetto alle decisioni prese in precedenza, e a più riprese, dagli organi amministrativi. I manufatti che attualmente persistono nell’area sono stati realizzati senza le dovute autorizzazioni e comunque in difformità rispetto ai vari pronunciamenti. La posizione della Regione Abruzzo era e resta la stessa: contraria. Inoltre, negli ultimi anni, diversi interventi normativi regionali, proposti dal sottoscritto e portati all’approvazione del Consiglio regionale, hanno posto le basi per una moratoria agli insediamenti e/o ampliamenti della GDO”. E’ quanto afferma l’ex assessore e consigliere regionale di Forza Italia Mauro Febbo.
Sull’argomento interviene con una nota anche il sindaco di Chieti Diego Ferrara che afferma:
“In merito alla sentenza del Consiglio di stato su Megalò 2 non possiamo che prendere atto della decisione che investe direttamente la Regione che ora dovrà ora ripronunciarsi sull’istanza “di Via postuma” inoltrata da Sile.
Si tratta di una questione tecnica che non ci coinvolge direttamente – precisa il sindaco – . Di conseguenza, il Comune non può fare altro che attendere gli sviluppi che avrà la vicenda, pur mantenendo una posizione di grande attenzione e tutela del territorio interessato e del commercio cittadino”.
WWF Chieti-Pescara, Confcommercio, Confesercenti e CNA Chieti, che da anni contrastano ogni ulteriore cementificazione a ridosso del fiume Pescara in zona Megalò tornano a esprimere la loro posizione all’indomani della sentenza del Consiglio di Stato che ha riaperto la procedura per il complesso Mirò.
«Al di là di quanto deciso dal Consiglio di Stato – dicono oggi le quattro organizzazioni – resta il nodo di un progetto che prevede ulteriori costruzioni in una zona nella quale non dovrebbero essercene. Quel che è successo a più riprese in Emilia Romagna e le drammatiche vicende di Valencia, in Spagna, con centinaia di morti, avrebbero dovuto pur insegnare qualcosa. Viviamo in un’epoca di cambiamenti climatici evidenti, con eventi meteorologi estremi sempre più frequenti. Il pericolo che possa arrivare un’alluvione disastrosa è molto più presente oggi rispetto al passato. Trasformare questo pericolo, oggettivamente presente, in un rischio gravissimo per le persone e per le cose costruendo a ridosso del fiume è una scelta sbagliata che nessuna amministrazione davvero attenta ai veri interessi dei cittadini dovrebbe consentire. Senza dimenticare gli effetti collaterali di un eventuale ulteriore aumento della pressione sull’area e il complessivo danno arrecato all’economia cittadina che già soffre per la presenza di numerose megastrutture nel territorio metropolitano».
La ditta interessata dovrà a questo punto presentare una nuova istanza al Comitato Regionale di Valutazione dell’Impatto Ambientale. Le organizzazioni saranno pronte a reiterare le proprie osservazioni contro il progetto e contro ogni ipotesi di VIA postuma e hanno già confermato l’incarico all’avv. Francesco Paolo Febbo per ogni eventuale azione, se del caso anche legale, in difesa degli interessi della collettività.