L’Onorevole Luciano D’Alfonso interviene sul futuro dell’Aeroporto d’Abruzzo suggerendo altre occasioni di sviluppo, non solo l’accordo con Ryanair, per far diventare lo scalo abruzzese un Hub a respiro davvero internazionale.
Un elenco di cose che andrebbero fatte per garantire all’Aeroporto d’Abruzzo uno sviluppo concreto e di respiro internazionale. Le proposte sono quelle dell’Onorevole Luciano D’Alfonso che questa mattina ha incontrato la stampa, mentre una delegazione della Regione Abruzzo s’incontrava a Dublino con i vertici di Ryanair, la compagnia aerea che punta molto sullo scalo abruzzese:
Ci stiamo avvicinando al 2033, anno in cui ricorrerà il bimillenario dalla morte di Gesù Cristo, un evento mondiale che verrà celebrato con grandi flussi turistici in arrivo a Roma – e dobbiamo farci trovare pronti, divenendo un’infrastruttura al servizio di questo gigantesco movimento di persone. È importante superare la soglia del milione di passeggeri poiché così potremo essere interlocutori di un’altra fascia di rapporti con il Governo e con l’Europa e diventare hub per i voli internazionali (al momento ospitiamo solo quelli da e verso l’UE, che sono considerati voli nazionali). C’è anche un’altra coincidenza che possiamo sfruttare: i lavori ferroviari e quelli autostradali, che ostacolano la libera circolazione. Dunque l’Europa non può metterci in procedura di infrazione se finanziamo gli spostamenti da e verso il mondo. Occorre negoziare con il Ministero delle infrastrutture e con l’Unione Europea questa libertà di intrapresa e sostegno. Ma serve anche un Masterplan per ingrandire il sedime aeroportuale, facendo accordi con il contiguo aeroporto militare e con le proprietà esterne confinanti; serve ingrandire lo scalo per attrarre nuovi investitori. Serve un menu di convenienze e di facilitazioni per chi investe sull’aeroporto d’Abruzzo, occorre attivare una trattativa con Poste, Amazon e Alibaba per aumentare i servizi e di conseguenza gli introiti che possono essere utilizzati per acquistare nuove rotte aeree. Serve un matrimonio d’interesse con Ferrovie, che aiuti a superare l’acquaragia progettuale di Italfer, per fare una stazione dedicata all’aeroporto e coniugare così ferro e cielo. Lasciamo in pace il telefono di Fraccastoro, lasciamolo lavorare all’elaborazione di queste misure di convenienza. Dobbiamo fare in modo che lo scalo di Pescara sia un’infrastruttura al servizio dell’euroregione Adriatico-ionica. Si convochi un consiglio regionale per stabilire cosa manca e cosa va aggiunto: servono risorse per voli basati a Pescara. So che ieri c’è stato un colloquio a Dublino, adesso si mettano da parte i caffè e gli aperitivi e si studi un menu di opportunità. Quando ero presidente di regione lo feci, portai qui mister Ryanair e stringemmo accordi con loro e con altri vettori, superando gli oneri fiscali scaricati sui biglietti di viaggio dei voli low cost. Di qui ai prossimi sette anni si può liberare tutta la potenza di questo aeroporto: Fraccastoro ha le caratteristiche per fare bene se non viene strattonato come accade con il direttore generale della Asl di Pescara, bombardato dalle telefonate edalle pressioni della politica.