Vinitaly: nonostante la pandemia produzione ed export in crescita per i vini abruzzesi

Il presidente Marsilio ha visitato questa mattina il Padiglione Abruzzo, al Vinitaly, dove ha incontrato i produttori abruzzesi. “Nonostante la pandemia – ha detto il presidente della Regione – la produzione di vino abruzzese cresce, anche del 25%, e crescono, secondo i dati, anche le esportazioni”

“E’ stata rinnovata anche l’offerta: con le nuove denominazioni viene rivoluzionato il sistema vitivinicolo regionale, e per questo lavoro ho ringraziato l’assessore Imprudente, abbiamo un nuovo percorso virtuoso dove i nostri vini diventeranno sempre più forti nei mercati internazionali e nazionale. Al Vinitaly – ha sottolineato – il vino abruzzese sta riscuotendo un ottimo successo”.

Il presidente Marsilio, poi, ha affrontato il tema della crisi internazionale: “A causa delle sanzioni, alcuni mercati internazionali sono chiusi, pertanto è una fase di transizione per i produttori vitivinicoli, è un momento difficile; proprio in questi giorni – ha detto – le istituzioni stanno stimolando le autorità nazionali ed europei competenti per avere le risposte efficaci con l’obiettivo di aiutare i produttori che operano nel settore agricolo”.
Il presidente Marsilio ha annunciato, infine, una nuova campagna di promozione per valorizzare il sistema abruzzese vitivinicolo e turistico: “Siamo presenti alla Bit di Milano dove l’Abruzzo vuole tornare a essere protagonista per conquistare nuovi mercati. Vogliamo investire nuove risorse. Con la nuova programmazione europea – ha concluso Marsilio – abbiamo previsto fondi importanti a favore della promozione territoriale e il marketing, l’obiettivo è completare il percorso di rilancio della nostra regione”.

( La Meloni che brinda con i vini abruzzesi nello stand della nostra regione)

Il Trebbiano d’Abruzzo compie 50 anni. E il Vinitaly ha voluto festeggiare e omaggiare la Doc abruzzese, oggi, con un convegno che si è svolto nel Padiglione Abruzzo, alla presenza tra gli altri del presidente Marco Marsilio, del vice presidente con delega all’agricoltura, Emanuele Imprudente, del presidente del Consiglio regionale, Lorenzo Sospiri, e del presidente del Consorzio tutela vini d’Abruzzo, Valentino Di Campli. Nella sala degustazione erano presenti anche tre bottiglie di Trebbiano d’Abruzzo, della vendemmia 1972, le prime con il certificato, prodotte dal vignaiolo Edoardo Valentini di Loreto Aprutino. Il Trebbiano, nella sua storica denominazione regionale, al pari del Montepulciano, rappresenta un vanto enologico per l’intera regione. La denominazione di origine controllata risale al 1972, sulla scia del combattuto riconoscimento della Doc Montepulciano, avvenuta nel 1968, e grazie all’accordo delle Camere di commercio abruzzesi con la Camera di commercio di Pescara, presieduta da Giustino De Cecco, a fare da capofila; fondamentale fu, allora, come già per il Montepulciano, l’impegno e la relazione storica e tecnica di Edoardo Valentini, produttore modello, in quegli anni vice presidente dell’Unione Agricoltori per la provincia di Pescara.

“E’ una momento particolare per il nostro comparto vitivinicolo abruzzese: festeggiamo i primi 50 anni della Doc Trebbiano d’Abruzzo e lanciamo il nuovo modello di promozione dei nostri vini – ha esordito il vice presidente Emanuele Imprudente -. Ripartiamo da questo vitigno straordinario, ha delle potenzialità enormi, potenzialità che potranno valorizzare l’intero sistema enologico. I nostri vini sono la forza del territorio abruzzese – ha incalzato Imprudente -. Ringrazio il Consorzio tutela vini d’Abruzzo per la collaborazione e per le attività messe in campo in questi anni per promuovere il comparto. Le autorità che hanno approvato e certificato i nostri disciplinari – osserva ancora Imprudente – hanno definito il nostro sistema un modello Abruzzo, per le caratteristiche e le prerogative, dove al centro c’è l’identità territoriale. Ripartiamo quindi con determinazione: il Trebbiano, con le sue qualità e la sua storia, dovrà essere il valore aggiunto per valorizzare l’intero sistema vitivinicolo abruzzese”.

 

L’Abruzzo e lo sport: un binomio che fa bene al turismo e che accresce il valore del brand Abruzzo. Allo stand Abruzzo della Bit sono arrivati i grandi campioni dello sport che, di origini abruzzesi o adottati dall’Abruzzo, sono diventati protagonisti indiscussi a livello internazionale. Con queste premesse, il giornalista Sky Daniele Barone, abruzzese ma da anni a Milano commentatore sportivo, ha accompagnato tre grandi personaggi “abruzzesi” dello sport: Gabriele Gravina, presidente della Figc e abruzzese d’adozione, Manuel Estiarte, campione olimpico e del mondo di pallanuoto e Gaia Sabbatini, medaglia d’oro agli Europei di atletica under 23. I tre prestigiosi testimonial hanno raccontato il loro particolare legame con l’Abruzzo e la ricchezza di una terra che “riesce sempre ad essere accogliente”.

È il caso di Gabriele Gravina, pugliese di nascita e artefice della favola Castel di Sangro, ora al vertice del calcio italiano. Lui l’Abruzzo l’ha conosciuto per amore, “poi è stato terreno ideale per raggiungere grande risultati sportivi anche in una piccola realtà come Castel di Sangro”. Oppure Manuel Estiarte, che quando arrivò a Pescara venne subito soprannominato il “Maradona della pallanuoto”. Collegato da Manchester, ora che è il più stretto collaboratore di Guardiola al Manchester City, Estiarte ha raccontato alla platea “gli anni belli di Pescara e il tratto di umanità di una regione e di una città che lo hanno accolto e adottato. Un’esperienza che mi è rimasta dentro e che mi accompagnato anche nelle sfide più complesse e impegnative come questa che sto vivendo a Manchester”.

Ha parlato del suo Abruzzo anche Gaia Sabbatini, teramana, promessa dell’atletica italiana. Lei che l’anno scorso ha vinto i campionati europei under 23 nei 1500 piani, ora vive un momento di grande popolarità. “L’Abruzzo è la mia terra ed è parte di me, lo sento vicino anche quando per motivi sportivi sono dall’altra parte del mondo. Ricordo sempre a tutti il mare e la montagna abruzzese, diventando in questo modo un testimonial naturale della mia terra”.