Crisi idrica, potabilizzatore acqua realizzato da 30 anni e mai entrato in funzione

L’architetto pescarese Tommaso Di Biase, già direttore ERSI, interviene in un documento, sull’importanza dell’acqua e su come fronteggiare l’emergenza idrica che ha colpito anche l’Abruzzo

L’acqua è un bene primario fondamentale per la sopravvivenza del genere umano e di tutti gli esseri viventi sulla terra. La scarsità di questa preziosa risorsa è causa di sofferenze e di conflitti in tutto il pianeta. Non a caso la gestione sostenibile dell’acqua è al punto sei dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. Per noi è necessario che i fondi del PNRR vengano utilizzati anche per progetti che attuino gli indirizzi dell’ONU in questo strategico campo.

L’Abruzzo è sempre stata una regione ricca di acque, innanzitutto per dell’altitudine dei suoi rilievi montuosi che rimangono coperti per molti mesi dalla neve, e poi a causa della struttura calcare e carbonatica degli stessi che assorbe e conserva come una spugna l’acqua piovana e l’acqua derivante da scioglimento delle nevi. La presenza di aree boscose, che andrebbe rafforzata e sviluppata al di sopra delle sorgenti, inoltre, impedisce alle acque di scorrere rapidamente in superficie e con ciò di disperdersi.

A questo proposito, aggiunge ancora Di Biase, dalla Relazione Idrogeologica del Piano di tutela delle acque della Regione Abruzzo, si apprende che: “La plaga sorgentifera più importante della regione è quella ai margini della piana di Popoli. Qui le sorgenti sono più di una cinquantina. Importante sia per la portata che per l’utilizzo è la sorgente Giardino la cui acqua un tempo era per scopi industriali, oggi invece alimentano l’acquedotto omonimo che serve molti comuni della Val Pescara fino a Chieti e Pescara.”

Analisi scientifiche hanno rilevato che l’acqua di queste sorgenti possiede qualità organolettiche superiori. Purtroppo, questo bene che la natura ci regala da sempre e che la nostra comunità utilizza in modo sistematico da decenni, oggi è in pericolo a causa degli effetti dei cambiamenti climatici. Che fare?

La tutela dell’acqua coincide con la tutela del territorio e dell’ambiente. E’ questo il principio che deve guidare l’azione di contrasto ai cambiamenti climatici in atto. In questo senso occorre un piano di azione a medio e a lungo raggio. Al primo punto di una tale strategia vi deve essere l’approvazione e l’attuazione del “Piano delle Aree di Salvaguardia delle acque destinate al consumo umano” della regione Abruzzo, elaborato dall’ERSI e trasmesso alla stessa Regione nel 2017. Il documento, sviluppato ai sensi dell’art. 94 della L. 152/2006, è infatti di fondamentale importanza per la tutela del territorio e dei suoi acquiferi.

Nell’immediato, invece, è necessario portare ad una verifica di compatibilità ambientale la realizzazione del tunnel ferroviario sotto il Morrone previsto dal progetto di raddoppio e velocizzazione della Pescara Roma. Il tunnel, di svariati km, che RFI intende realizzare, infatti, è previsto nel cuore dell’acquifero più importante e nel mezzo del territorio sismico più delicato e fragile del centro appenninico. RFI non può sottrarsi ad una tale verifica, cosi come la politica non può tacere di fronte ai cittadini, alle associazioni civiche e ambientaliste, agli intellettuali e alle forze della cultura, che hanno posto il problema e che intendono impegnarsi per evitare un’opera che rischia di essere devastante indicando eventuali alternative più sostenibili e valide. Non c’è tempo da perdere.

Oltre a questa azione prioritaria, oltre al sacrosanto risparmio dell’acqua e alla lotta alla dispersione idrica, ci sono progetti che è necessario realizzare nel nostro territorio nel segno dell’economia circolare. Ne indico tre:

  1. trattamento e recupero delle acque di depurazione della Val Pescara e di Montesilvano per usi agricoli e industriali (100 mila mc di acqua al giorno, ovvero 100 milioni di litri al giorno);
  2. completamento e messa in funzione del potabilizzatore di “San Martino” a Chieti Scalo (90 mila mc di acqua al giorno, ovvero 90 milioni di litri al giorno);
  3. implementazione della rete “duale” per usi agricoli, industriali e civili (30 km di rete).

Alla realizzazione di questi progetti, tra loro integrati, ripetibili sul territorio regionale e nazionale, dovranno essere chiamati sia il Consorzio di Bonifica Centro che l’ACA, oltre all’ERSI quale ente di programmazione regionale. Gli interventi strategici e di sistema indiceti, conclude l’architetto Di Biase, sono perfettamente coerenti con gli indirizzi del PNRR, il loro costo approssimativo è: Primo punto: 9 mln di euro; Secondo punto: 1,5 mln di euro; Terzo punto: 4,5 mln di euro; Totale 15 mln di euro.