Covid e vacanze: 15 giovani bloccati a Corfù

Da vacanza studio a incubo il passaggio è stato breve per 15 ragazzi abruzzesi che, partiti lo scorso 7 luglio per la Grecia, si sono ritrovati bloccati in un Covid hotel di Corfù a causa della positività di alcuni ragazzi del gruppo, come racconta anche l’articolo di Cinzia Cordesco sulle pagine del quotidiano Il Centro di oggi.

Dapprima qualche linea di febbre e qualche starnuto per alcuni di loro, poi l’aggravarsi dei sintomi e l’esito dei tamponi: positivi per sei ragazzi, negativi per gli altri nove. La conclusione però sarà uguale per tutti: quarantena e isolamento in un Covid hotel, che da martedì ospita tutti, compresi altri vacanzieri, di cui molti italiani, rimasti bloccati sull’isola di quella che doveva essere una vacanza da sogno e che doveva terminare ieri sera, con il rientro in Italia prenotato con un volo aereo alle 19. Dei 15 abruzzesi, uno di Pianella, uno di Pescara e gli altri di Montesilvano, molti dei quali vaccinati in attesa di richiamo, rientrerà soltanto un ragazzo con tampone negativo e con il ciclo di immunizzazione completato con la seconda dose. Gli altri, anche quelli negativi con una dose di vaccino già effettuata, dovranno completare l’isolamento nel Covid hotel, mente l’ansia dei genitori cresce per la preoccupazione dei figli che segnalano la mancanza di assistenza nella struttura preposta a ospitarli.

Assenza di cure sanitarie e cibo scarso e inadeguato: è quello di cui si lamenta la mamma del ragazzo di Pianella, rimasto bloccato a Corfù, pur essendo vaccinato con prima dose e risultato negativo al tampone, che si fa portavoce della preoccupazione degli altri genitori, chiedendo l’intervento del Ministero per riportare a casa i ragazzi abruzzesi, consentendo loro di ultimare quarantena e isolamento nelle proprie case.
«Medicinali e cibo scarseggiano», dichiara la donna, contattata telefonicamente.
«Per sopperire a questa carenza di assistenza con gli altri genitori abbiamo contattato una farmacia del posto per comprare i medicinali di cui i nostri figli hanno bisogno e per farglieli arrivare in hotel con un taxi. Ora cercheremo anche un ristorante della zona che faccia consegne a domicilio per consentire ai nostri figli di nutrirsi adeguatamente, visto che il cibo nella struttura è davvero poco e i ragazzi non possono raggiungere i supermercati del posto a causa dell’isolamento e della quarantena.»
Dal canto suo il sindaco di Pianella, Sandro Marinelli, spera che la situazione si risolva nel più breve tempo possibile e nel migliore dei modi, auspicando un rapido e tempestivo intervento della Farnesina.
«Come Comune non possiamo fare molto, se non rassicurare la famiglia del ragazzo sull’efficacia del canale istituzionale della Farnesina, a cui sono affidate le questioni internazionali come quella del nostro giovane concittadino», ha dichiarato il sindaco Marinelli. «Del resto una sovrapposizione di comunicazioni tra enti finirebbe solo col creare ulteriore confusione.»
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