Costa dei trabocchi: coralli, spugne e ricci di mare scoperti dal drone

Fondali Costa dei Trabocchi_(foto Dario D'Onofrio)

Progetto coordinato dall’università di Bologna per monitorare lo stato di salute dei fondali marini: la Costa dei Trabocchi popolata di pesci, coralli, spugne e ricci di mare fotografati con il drone subacqueo.

Maldive? Caraibi? No, Costa dei Trabocchi; Porto di Ortona, per la precisione, dove spugne, briozoi, ricci di mare, pesci e addirittura coralli hanno trovato casa. Il popolamento biologico che colonizza queste scogliere è stato osservato dal drone subacqueo Blucy, in missione scientifica sulla Costa dei Trabocchi, nell’ambito del progetto europeo SUSHI DROP (SUstainable fiSHeries wIth DROnes data Processing). Blucy, che studia la salute del mare Adriatico, ha restituito i primi risultati del progetto di cooperazione europea Italia – Croazia, di cui il Flag Costa dei Trabocchi è partner. L’obiettivo ovviamente è monitorare lo stato di salute dei fondali marini e condividerne gli esiti con i principali portatori di interesse, allo scopo di mettere in atto piani di gestione puntuali per la tutela e la conservazione della biodiversità del mare Adriatico.

Il progetto, coordinato dall’Università di Bologna con la supervisione di Luca De Marchi, docente di Ingegneria dell’Energia Elettrica e dell’Informazione e coordinatore di Sushi Drop, vede tra i diversi partner nazionali e internazionali il Flag Costa dei Trabocchi, realtà abruzzese che supporta l’azione di soggetti pubblici e privati del settore della pesca ispirandosi a modelli e criteri europei; altri protagonisti dell’iniziativa sono la Regione Marche, l’Institute of Oceanography and Fisheries (IOF), l’Association For Nature, Environment And Sustainable Development (SUNCE) e la Contea di Split e Dalmazia (SDC). Il progetto è finanziato dalla Commissione Europea con oltre 1,7 milioni di euro nell’ambito del Programma Interreg Italia-Croazia.

Il drone subacqueo ha scattato fotografie e realizzato filmati ad alta risoluzione navigando in autonomia fino a 200 metri di profondità e sfruttando la tecnica dei sonar multibeam – sistema di propagazione delle onde acustiche in acqua. A conclusione del progetto, fine dicembre 2021, il macchinario sarà utilizzato per monitore gli ecosistemi marini, individuare distanze, profondità e morfologia degli ambienti e presenza, ritmi e stili di vita delle specie marine. A differenza dell’ecoscandaglio, questo innovativo strumento consente l’acquisizione dettagliata e puntuale dei dati coprendo una fascia di fondale molto ampia con un’elevata risoluzione.

“Il drone subacqueo si è dimostrato uno strumento affidabile. – ha spiegato il team di ricercatori dell’Università di Bologna impegnati nella missione in Abruzzo – Le operazioni di immersione di Blucy sono state attuate come da cronoprogramma e sono stati risolti i problemi di posizionamento riscontrati durante la prima missione di test a Spalato, a maggio scorso. Il sistema è affidabile dal punto vista della manovrabilità ed è stato possibile acquisire dati interessanti, nonostante in alcuni punti la colonna d’acqua abbia presentato criticità legate ad un aumento di torbidità a causa di correnti che, muovendo i sedimenti, hanno reso più complesse le operazioni di rilievo”.

Tra le attività svolte nei giorni scorsi, in Abruzzo, Blucy ha osservato l’ottimo stato di salute di un allevamento di mitilicoltura e osservato la fauna marina sia al largo di Vasto che di Ortona. Interessante, in questo ambiente marino, il popolamento biologico che colonizza le scogliere: spugne, briozoi, ricci di mare, gorgonie e diverse specie ittiche quali saraghi, orate, ricciole e castagnole. La missione di test ha poi toccato l’area dell’antico porto romano di Ortona e la riserva dell’Acquabella, anche con il supporto di un team di subacquei.