Concessioni demaniali, politici e imprenditori compatti per contrastare effetti sentenza Consiglio di Stato

Dalla seduta del Consiglio comunale convocato dal presidente Marcello Antonelli in seduta straordinaria e in sessione aperta, riunitosi nel pomeriggio dalle ore 16 per discutere sulla vertenza degli stabilimenti balneari, è emersa una posizione ferma e trasversale ai gruppi politici e alle associazioni di categoria sulle iniziative da mettere in campo a livello nazionale e locale per scongiurare gli effetti delle sentenze del Consiglio di Stato dello scorso 9 novembre che, come è noto, hanno messo a repentaglio la sussistenza di un intero settore economico, come quello del turismo balneare, legittimando la proroga delle concessioni balneari solo fino al dicembre 2023.

L’organo amministrativo ha affermato nei suoi pronunciamenti il vulnus rappresentato dalla mancanza di un’organica normativa che sia frutto di una riforma della disciplina nazionale delle concessioni demaniali marittime e che – si è sostenuto – “genera una situazione di grave contrarietà con le regole a tutela della concorrenza imposte dal diritto dell’Ue, perché consente proroghe automatiche e generalizzate delle attuali concessioni, così impedendo a chiunque voglia entrare nel settore di farlo”.

Una posizione ritenuta oggi in aula del tutto contraria al profilo democratico liberale dell’economia d’impresa, ma anche discriminatoria rispetto a quanto concesso a paesi come Spagna, Portogallo, Croazia e Grecia, dove la titolarità è stata estesa anche fino a 99 anni. Sono intervenuti nel dibattito l’assessore regionale al Demanio Marittimo Nicola Campitelli, il presidente del consiglio regionale, Lorenzo Sospiri, il Presidente della Commissione Finanze del Senato, Luciano D’Alfonso, l’onorevole Antonio Zennaro (in streaming), membro della commissione Finanze della Camera, Carmine Salce, vicepresidente della Camera di Commercio, Riccardo Padovano (Sib Confcommercio) e Ottavio Di Stanislao, di Assobalneari. Le conclusioni sono state tracciate dal sindaco Carlo Masci che ha parlato di <battaglia di profilo sociale e non solo di senso economico, proprio per il valore che gli stabilimenti balneari hanno assunto nel corso dei decenni proprio per la particolarità della città di Pescara>. Conclusa la sessione aperta ai su citati contributi esterni, il Consiglio comunale ha poi proceduto ad approvare all’unanimità, con 23 voti su 23 presenti, l’annunciato ordine del giorno che impegna in sintesi il sindaco e la giunta a sollecitare il Governo, il Parlamento e la Giunta regionale affinché vengano stabilizzate le concessioni regionali e  a sollecitare l’adozione di una legge nazionale contenente la revisione e il riordino definitivo della disciplina delle concessioni demaniali marittime e delle modalità di affidamento; di pari importanza è la richiesta al Governo e al Parlamento affinché la legge nazionale attribuisca alle Regioni la competenza a prevedere i criteri e i requisiti dell’accesso ai bandi di gara, per tutelare le peculiarità di ogni territorio e contribuire alla promozione del settore turistico nonché a creare una cabina di regia regionale con gli Enti locali interessati, Anci Abruzzo e tutti gli stakeholders, secondo il metodo partecipativo del Patto per il Lavoro e per il Clima, per definire una linea di lavoro unitaria.