Club “I Borghi più belli d’Italia”: con Casoli l’Abruzzo a quota 24 Comuni

Il Consiglio Direttivo del 29 ottobre scorso ha sancito l’ingresso di Casoli tra il Club de“I Borghi più belli d’Italia”. L’Abruzzo sale a quota 24 Comuni.

Entra Casoli nel Club dei Borghi abruzzesi più belli d’Italia con Abbateggio, Anversa degli Abruzzi, Bugnara, Campli, Caramanico Terme, Castel del Monte, Castelli, Città Sant’Angelo, Civitella del Tronto, Guardiagrele, Navelli, Opi, Pacentro, Penne, Pescocostanzo, Pettorano sul Gizio, Pietracamela, Pretoro, Rocca San Giovanni, Santo Stefano di Sessanio, Scanno, Tagliacozzo, Villalago, Fornelli, Frosolone, Oratino, Sepino.

Casoli, secondo gli storici, deve essere considerata la diretta derivazione di Cluviae, capitale della tribù sannita dei Carecini infernantes, divenuta municipio romano nel 310 a.c. ed abitato almeno sino al IV secolo d.c., quando l’arrivo dei barbari costrinse gli abitanti a rifugiarsi sulla vicina collina. Il nome del centro storico arroccato sulla collina deriva proprio dal toponimo romano Casulae che indicava un agglomerato di piccole case posto a guardia di un trafficato asse viario e commerciale tra la montagna ed il mare.

Nel corso degli anni dal 1940 al 1945 anche Casoli conobbe i drammatici eventi della seconda guerra mondiale e nel suo territorio si scontrarono le truppe tedesche e quelle alleate. A seguito delle leggi razziali promulgate dal regime fascista il 07.09.1938 e dei successivi provvedimenti restrittivi adottati nel 1940 durante il periodo bellico, a Casoli venne attivato dal 1940 al 1944 un campo di internamento per ebrei stranieri ed internati politici slavi, di cui dieci rimasero poi vittime della “Shoah”.

Il 5 dicembre 1943 nei locali del Castello Ducale Ettore Troilo costituì la formazione partigiana Brigata Maiella che contribuì valorosamente alla liberazione dell’Italia dall’occupazione nazifascista.

Dal punto di vista architettonico ci sono diverse attrazioni. Alla Parrocchiale di Santa Maria Maggiore, in posizione centrale, si accede tramite una doppia scalinata che porta all’ingresso principale: l’interno custodisce diverse opere d’arte che vanno dal Cinquecento all’Ottocento
La Chiesa di Santa Reparata, all’inizio di Corso Umberto I, nonostante sia stata danneggiata dai bombardamenti del 1943, venne ricostruita in parte rispettando le originarie proporzioni: se la facciata è moderna il portale è quello antico rimontato sul prospetto frontale, mentre l’interno a tre navate vede diversi altari importanti, la settecentesca statua della Santa Patrona, pregevoli dipinti come il trittico di Antonio di Francesco di Tommaso da Fossombrone.

Da visitare è il Castello Ducale, sorto in epoca rinascimentale, dove anche il poeta D’Annunzio talvolta soggiornava e a testimonianza di questo è presente una stanza che porta il suo nome. Oggi è una residenza signorile proprietà del comune dichiarato Monumento Nazionale. L’elegante Stanza del Silenzio ospita la mostra permanente sui protagonisti del Cenacolo Abruzzese.

Nel centro storico sono presenti diversi palazzi aristocratici e nobiliari che prospettano lungo le strade principali. Palazzo Travaglini – De Vincentiis (XVII secolo), Palazzo Ricci, Palazzo De Cinque (XIX secolo), l’ex Palazzo Comunale e Casino Rancitti (XIX secolo) e Palazzo Tilli risalente al XVIII secolo, recentemente restaurato e riportato all’antico splendore, con un bel portale in pietra scolpito, la fila di balconi che caratterizzano i piani superiori ed una armoniosa corte quadrangolare interna.

Tra i tipici dolci locali spiccano le tòtere ovvero dei “coni” preparati con un impasto di uova, zucchero, farina ed altri ingredienti, fritti in olio di oliva e ripieni di crema pasticciera o al cioccolato.

 

Barbara Orsini: