Lanciano: 20 unità o chiudere 3 sezioni, personale del carcere tra disagi e agitazione

“Vista la mancanza di risposte la protesta continua, i lavoratori non possono e non devono essere trattati in questo modo. Non è giusto che La Polizia Penitenziaria sia costretta a protestare per il diritto alla dignità che è riconosciuto a tutti i lavoratori”. Così i sindacati sullo stato di forte disagio e  agitazione nel carcere di Lanciano.

“Nonostante le ripetute segnalazioni e l’oggettiva difficoltà gestionale della Casa Circondariale di Lanciano, che al momento è rimasta anche senza un Direttore in pianta stabile, – spiega il Segretario Gen. Regionale UILPA P.P. Di Giovanni Ruggero – il Provveditore regionale dell’Amministrazione Penitenziaria, dott. Carmelo Cantone, ha deciso di riattivare a pieno regime un’altra sezione del carcere. Questo mentre è ancora attivo nell’istituto il focolaio covid, per di più i detenuti che hanno già riempito quella sezione sono gli arrestati dalla regione Lazio – che dovranno essere sottoposti ad un periodo di quarantena precauzionale – con un rischio alto di essere portatori inconsapevoli del covid19. Si continua a preferire la ‘spremitura’ dei lavoratori al posto di una giusta programmazione delle assunzioni, o quanto meno ad una reale organizzazione del lavoro fatta sulla base del personale effettivamente a disposizione. E’ impossibile e dal nostro punto di vista anche al limite della moralità chiedere ad un lavoratore di svolgere il servizio di 3, quando va bene, pretendendo anche che questi assolva al 100% il compito che lo stato gli affida con annessi oneri e responsabilità. Sabato scorso con una nota i sindacati hanno anche chiesto, congiuntamente, l’intervento del Prefetto della provincia di Chieti, sua Eccellenza Armando Forgione, affinché possa accertare la criticità in atto e nella speranza che possa farsi portavoce delle problematiche sollevate dai sindacati della Polizia Penitenziaria di Lanciano”.