Casa, Unione Inquilini: “Legge discriminava migranti”. All’attacco anche Rifondazione

Casa, Unione Inquilini: “Legge discriminava migranti”. Prc: “Il razzismo istituzionale della Giunta Marsilio ha le gambe corte.”

“Esprimiamo piena soddisfazione per la decisione del Consiglio dei Ministri che nella seduta di sabato 21 dicembre 2019 ha impugnato la legge regionale dell’Abruzzo in materia di edilizia residenziale pubblica”. Lo afferma il segretario regionale abruzzese dell’Unione Inquilini, Walter Rapattoni, sottolineando che “la legge è discriminatoria nei confronti dei migranti in quanto tende surrettiziamente a impedire loro anche la sola partecipazione ai bandi comunali”. L’associazione, sottolineando che “il Governo in questo modo ha accolto integralmente le richieste già formulate dall’Unione Inquilini fin dalla approvazione della legge in Consiglio regionale”, segnala, in particolare, che “la legge regionale approvata dalla Giunta Marsilio e dalla maggioranza di destra si presta a profili di incostituzionalità con riferimento non solo all’articolo 3 della Costituzione come dichiarato dal Governo, ma anche all’articolo 27 laddove prevede che una condanna significhi la perdita del diritto all’accesso alle case popolari o alla permanenza dell’intero nucleo famigliare compresi i minori. Non si tratta di difendere chi compie reati – si legge in una nota – ma riaffermare come dice l’art. 27 della Costituzione che ‘La responsabilità penale è personale’ mentre il presidente della Regione Marsilio la fa diventare una responsabilità famigliare che esclude dai diritti sociali”. “Come già segnalato dall’Unione Inquilini – prosegue il comunicato – la legge regionale è discriminatoria nei confronti dei migranti in quanto tende surrettiziamente a impedire loro anche la sola partecipazione ai bandi comunali richiedendo una documentazione che dagli stessi non può essere prodotta. Ricordiamo che la legge regionale 34 è del 31 ottobre, ebbene ben 10 giorni prima il Governo mettendo in pratica una disposizione di legge del precedente Governo Lega-M5S, per l’accesso al reddito di cittadinanza ha indicato con il decreto dei Ministri del lavoro e degli esteri i Paesi extracomunitari dai quali è possibile avere la documentazione ai fini Isee la stessa richiesta per bandi case popolari o mense. I Paesi in questione sono circa una ventina. Quindi quanto previsto dalla legge regionale è un escamotage razzista per impedire la partecipazione”.

In una nota, interviene anche Marco Fars di Rifondazione Comunista 

“Il centrodestra e la giunta Marsilio non hanno nessuna intenzione di trovare una soluzione al problema casa in Regione Abruzzo. La legge regionale n. 34 del 31/10/2019 per l’edilizia residenziale pubblica, come aveva denunciato l’Unione Inquilini, è stata impugnata dal Consiglio dei Ministri per evidenti profili di incostituzionalità e discriminazione razziale. Chi scrive le leggi ha il dovere di attenersi al rispetto della Costituzione, altrimenti perde tempo prezioso. È mera propaganda sostenere che il problema dell’assegnazione degli alloggi popolari è la presenza di legittime richieste dei cittadini stranieri residenti in Italia. E la Meloni racconta frottole quando sostiene che hanno cercato di eliminare “corsie preferenziali per stranieri” che non esistono. In realtà si tratta di una norma discriminatoria perché sono solo 19 i paesi da cui è possibile ricevere “l’attestazione del valore del patrimonio immobiliare posseduto all’estero” come riportato nella Circolare interministeriale scaricabile al link seguente. Escludere dalle graduatorie i cittadini stranieri dei paesi non inclusi nell’elenco, quindi impossibilitati a fornire la documentazione necessaria, è discriminazione. Ovviamente tutti coloro che partecipano ai bandi devono fornire attestazione del proprio reddito e del patrimonio immobiliare in Italia. Far passare l’idea come hanno fatto Meloni, Marsilio, Sospiri, Liris, Testa ed altri che ad essere discriminati sono i cittadini italiani è pura demagogia razzista.

Sono decenni che centrodestra e centrosinistra non portano avanti un piano per l’edilizia popolare pubblica, sono decenni che si susseguono tagli bipartisan alla manutenzione delle case popolari. È tempo di dare riposte concrete. Quanti soldi nel bilancio in approvazione la Regione Abruzzo e il presidente Marsilio intendono mettere per la manutenzione e la messa in sicurezza delle case Ater? Quante risorse per incrementare il patrimonio pubblico disponibile di case popolari?

Inoltre in Abruzzo sono diverse migliaia gli appartamenti vuoti e sfitti, di proprietà delle imprese di costruzioni. È ora di attivare tutti gli strumenti legislativi per rendere disponibile questo enorme patrimonio, che ha goduto dei premi di volumetria e delle agevolazioni urbanistiche, su cui le imprese non pagano neppure l’Imu. Serve prevedere accordi per canoni concordati, una tassazione fortissima e progressiva per gli immobili sfitti, fino alla possibilità per i sindaci di poter attivare lo strumento della requisizione nelle situazioni di più acuta sofferenza abitativa. Inoltre sono disponibili presso la Cassa Depositi e prestiti ben 970 milioni di fondi Gescal destinati alla realizzazione di alloggi popolari, inutilizzati è doveroso che la Giunta Marsilio ed il consiglio regionale si attivino per richiedere la quota parte di quelle risorse destinate alla nostra regione e promuovere un piano per l’edilizia popolare puntando al recupero del patrimonio immobiliare esistente senza consumo di nuovo suolo.

Ci auguriamo che anche l’opposizione in consiglio regionale, M5S e PD, si attivi in consiglio regionale per chiedere il ritiro della legge regionale n.34 viste le censure del governo da loro sostenuto.

Il qualunquismo razzista degli esponenti di centrodestra è irricevibile. È una presa in giro degli abruzzesi che da anni attendono invano un alloggio popolare o che vivono in alloggi Ater fatiscenti. Dimostrino il loro “buonsenso” mettendo le necessarie poste economiche nel bilancio in approvazione”.