Ance Abruzzo: lettera aperta del Presidente D’Intino su Superbouns e crediti incagliati

Lettera aperta del Presidente di Ance Abruzzo, Antonio D’Intino, per denunciare i ritardi del Governo sui crediti incagliati e alcune considerazioni sul Superbonus

Di seguito il testo integrale della lettera.

Sono trascorsi 3 mesi dal famigerato Decreto Legge n. 11/2023 che, nel maldestro tentativo di risolvere il problema dei crediti incagliati, ha finito per colpire direttamente il settore dell’edilizia, dopo che, lo stesso, con il Superbonus ha contribuito in maniera determinante alla crescita del PIL nel 2021 in post pandemia, e nel 2022, si è confermato il principale motore di crescita dell’economia italiana.

Circa un terzo della crescita del PIL nei periodi considerati è attribuibile all’edilizia: 32,9% nel 2021 e 30,08% nel 2022. Nonostante questi risultati, certificati da fonti autorevoli ed imparziali, il Governo ha deciso di smontare un impianto che, seppur perfettibile, ha funzionato, e lo ha fatto senza mettere in campo soluzioni alternative, senza condividere le legittime aspettative, derubricate a mere possibilità, con la conseguenza di mettere sul lastrico imprese, progettisti e famiglie che tanto hanno investito, fidandosi dello Stato.

Ormai di economia reale è rimasto ben poco: le imprese sono in agonia, con cassetti fiscali pieni e senza liquidità, sono bersaglio facile di colletti bianchi che si sentono nel pieno diritto di speculare sul mercato per il massimo profitto, in assenza di qualsivoglia vincolo; una speculazione su cui Governo e Parlamento tacciono schermandosi dietro un falso liberismo, mentre qualsiasi genere di libertà è chiaramente impossibile se non è garantita dallo Stato.

Il messaggio è passato forte e chiaro: le imprese sono sole, facile preda di soggetti che si propongono per l’acquisto dei crediti con uno sconto pari al 30%, o addirittura al 40% del valore nominale. Con l’aggravante di dover svendere, se del caso, singole annualità a maturazione, con il concreto rischio di non poter smaltire l’intero ammontare, con pregiudizio del buon andamento dei lavori ed aumento esponenziale dei contenziosi.

Nel frattempo, niente di concreto ha prodotto la Garanzia SACE, spacciata come una opportunità per le esigenze di liquidità delle imprese, mentre si sono perse le tracce della piattaforma ENEL X, seppur annunciata dal Governo al pari di una strategia utile per sbloccare gli ormai oltre 20 miliardi di euro di crediti fiscali incagliati. Allo stato attuale, possiamo bene dire che prima ci hanno picchiato con i bastoni e poi con le carote.

Il settore edile non merita questo trattamento: con il Superbonus ha portato un concreto aiuto all’economia ed all’occupazione, oltre gli effetti in termini di riqualificazione e di messa in sicurezza del patrimonio immobiliare.

In Abruzzo, al 30 aprile 2023, si rilevano più di 11mila cantieri, per un totale di investimenti ammessi a detrazione di più di 2 miliardi con una percentuale di lavori realizzati pari al 76%.
Il silenzio è sempre più assordante mentre serve un segnale dal Governo, serve una interlocuzione per chiarire lo scenario e le prospettive, per mettere le aziende in condizione di programmare il lavoro, se non una via d’uscita, senza si fanno saltare migliaia di imprese.

Alle attuali condizioni, si prevedono milioni di contenziosi tra le parti, entrambe tartassate: i condomini che hanno fatto affidamento sull’entità dell’agevolazione prospettata dalla legge e le imprese che non sono più remunerate per l’altissimo costo di cessione, laddove riescono a svendere il credito. Provate a competere voi in una partita di calcio con l’arbitro che cambia le regole durante il gioco: nessuna squadra ne esce vincente ed il pubblico invade il campo.