Agenti aggrediti in carcere a Pescara, sollecitati interventi

Non conosce fine la scia di violenza e sangue che caratterizza ormai da molto tempo il mondo delle carceri a causa di alcuni detenuti particolarmente aggressivi ed arroganti. L’ultimo episodio, in ordine di tempo, e’ avvenuta ieri nel carcere di Pescara e lo riferisce il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Sappe.

Il Segretario generale del Sappe, Donato Capece, in una nota ribadisce che:

“Ieri mattina, nella III Sezione reclusione del carcere di Pescara, due poliziotti penitenziari sono entrati in una cella per fare la battitura delle inferriate, come da regolamento. Uno dei cinque detenuti che occupavano la cella si e’ scagliato contro gli agenti per protestare rispetto alla mancata riparazione di un armadietto, ed ha ferito i due colleghi. Parliamo di un detenuto gia’ noto per la sua irruenza ed insubordinazione. Le criticita’ dell’Istituto pescarese sono tante. L’emergenza e’ all’ordine del giorno il sistema regge ancora grazie al sacrificio e abnegazione delle donne e uomini in divisa della Polizia Penitenziaria”. Capece esprime solidarieta’ e parole di apprezzamento per i poliziotti penitenziari di Pescara contusi: “E’ solamente grazie a loro, agli eroi silenziosi del quotidiano con il Basco Azzurro a cui va il ringraziamento del Sappe per quello che fanno ogni giorno, se le carceri reggono alle costanti criticita’ penitenziarie. La situazione delle carceri si e’ notevolmente aggravata. Basterebbe avere l’onesta di esaminare i dati sugli eventi critici accaduti in carcere nell’anno 2017”, denuncia. “I numeri riferiti agli eventi critici avvenuti tra le sbarre nell’interno anno 2017 sono inquietanti: 9.510 atti di autolesionismo (rispetto a quelli dell’anno 2016, gia’ numerosi: 8.586), 1.135 tentati suicidi (nel 2016 furono 1.011), 7.446 colluttazioni (che erano 6.552 l’anno prima) e 1.175 ferimenti (949 nel 2016). E la cosa grave e’ che questi numeri si sono concretizzati proprio quando sempre piu’ carceri hanno introdotto la vigilanza dinamica ed il regime penitenziario ‘aperto’, ossia con i detenuti piu’ ore al giorno liberi di girare per le Sezioni detentive con controlli sporadici ed occasionali della Polizia Penitenziaria”.