Dal 16 agosto al 29 settembre, da San Benedetto a Bari, 45 giorni di stop alla pesca a strascico. Il fermo biologico innesca polemiche a Giulianova
A Giulianova a farsi portavoce del malcontento è Giovanni Massi, responsabile delle aste al mercato ittico, che denuncia una gestione calata dall’alto e priva di reale confronto con chi il mare lo vive ogni giorno.
«Non ci è mai andata bene questa modalità di fermo – spiega – e quest’anno hanno anche prolungato lo stop di dieci giorni rispetto al 2023, senza consultarci».
Al centro delle polemiche c’è il periodo scelto per l’interruzione dell’attività: ferragosto segna infatti l’alta stagione commerciale, con la domanda di pesce che raddoppia nei mercati, mentre la riproduzione delle specie più richieste è al minimo. Non mancano critiche nei confronti delle associazioni di categoria, accusate di non rappresentare adeguatamente le istanze del comparto. Secondo la marineria giuliese le decisioni calate dall’alto e l’assenza di un confronto reale sarebbero anche il risultato di una scarsa attenzione da parte degli organismi che dovrebbero tutelare i lavoratori del settore, spesso percepiti come distanti dai problemi concreti vissuti ogni giorno in mare.
Alle contestazioni sul periodo e sulla durata del fermo biologico si aggiungono forti perplessità legate alla disparità di trattamento tra i pescherecci italiani e quelli stranieri. Mentre la marineria giuliese è costretta a interrompere le attività per 45 giorni consecutivi, imbarcazioni di altri Paesi, in particolare croate, continuano a operare liberamente nello stesso tratto di mare, aggirando di fatto le restrizioni.
Il fermo pesca è una misura che si adotta ogni anno in molte aree per la gestione sostenibile delle risorse ittiche. La pesca viene sospesa temporaneamente in determinate zone e per specifici tipi di pesca con l’obiettivo di proteggere gli ecosistemi marini e le popolazioni ittiche durante i periodi di riproduzione, preservando al contempo gli stock ittici.
La sospensione riguarda soprattutto la pesca a strascico che utilizza reti trainate sul fondale marino: si catturano grandi quantità di pesce, ma si rischia di compromettere gli habitat marini coinvolgendo anche specie non bersaglio.
Le date e le aree interessate del fermo pesca 2025 sono indicate dal Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste (Masaf) in collaborazione con le autorità europee.
Mar Adriatico settentrionale
Per il 2025, il fermo pesca per i pescherecci che praticano la pesca a strascico è stato così programmato:
- Dal 31 luglio al 13 settembre 2025: compartimenti marittimi da Trieste ad Ancona.
Mar Adriatico centrale
- Dal 16 agosto al 29 settembre 2025: compartimenti da San Benedetto del Tronto a Bari.
Gli altri compartimenti marittimi
- Dal 1° al 30 ottobre 2025: tutti gli altri compartimenti marittimi italiani, compresi quelli del Tirreno, Ionio, Sicilia e Sardegna.
La normativa, in vigore da circa 30 anni, è stata definita dall’Unione Europea.
