Pescara, D’Alfonso: «Si fermi la passerella elettorale nella Asl»

A Pescara il deputato Pd Luciano D’Alfonso denuncia la “passerella elettorale” dei candidati di centrodestra nella Asl: «L’azienda sanitaria viola la par condicio»

Non usa mezzi termini il deputato del Pd Luciano  D’Alfonso, che oggi, giovedì 29 febbraio 2024, ha indetto una conferenza stampa nella sua Officina di via dei Marrucini per denunciare la violazione dei principi della par condicio da parte della Asl pescarese. Per il prossimo 5 marzo è infatti programmato un evento dell’azienda sanitaria locale a San Valentino e Popoli alla presenza di quattro candidati del centrodestra per le prossime elezioni regionali del 10 marzo.

Così il deputato D’Alfonso nel comunicato che pubblichiamo di seguito.

«La Asl di Pescara ha convocato personale sanitario e amministrativo a San Valentino e a Popoli il
prossimo 5 marzo per un evento intitolato “Sanità territoriale della Val Pescara. Lavori in corso”
durante il quale – si legge nell’invito – sarà effettuato “un sopralluogo itinerante in due cantieri con
lavori in corso della Asl di Pescara”; l’iniziativa riguarda i Comuni di San Valentino e Popoli.
All’iniziativa sono stati invitati quattro candidati alle imminenti elezioni regionali, tutti di
centrodestra: il presidente Marco Marsilio, il presidente del Consiglio regionale Lorenzo Sospiri,
l’assessore alla salute Nicoletta Verì e il presidente della commissione sanità Leonardo D’Addazio.
Guarda caso, il 5 marzo si festeggia Sant’Adriano, che ha come carisma la difesa degli oppressi.
Non è possibile che le strutture dedicate alla tutela della salute debbano vivere una condizione di
oppressione: questa mia iniziativa serve a liberare i vertici delle Asl affinché si occupino di curare i
bisogni dei cittadini senza pressioni e oppressioni, perché le Asl non possono essere considerate dei
caschi blu per rimediare alle difficoltà elettorali del centrodestra.
Hanno avuto 59 mesi e 20 giorni per fare quello che volevano, non possono organizzare queste
sceneggiate perché c’è la legge n. 28 del 2000 che, all’articolo 9, impedisce implacabilmente di
strumentalizzare le Asl con appuntamenti di comunicazione politica mascherati da eventi
istituzionali.
Non c’è urgenza per questo tipo di iniziative: basta aspettare 144 ore (quelle che corrono tra il 5 e
l’11 marzo) perché non è in corso un attacco atomico. Noi vogliamo che le autorità sanitarie si
sentano libere e che i prefetti, cui abbiamo scritto, facciano in modo che la legge sia rispettata.
Il 5 marzo farò ricorso a tutta la mia fantasia per far sì che la legge non sia disattesa.»