L’Aquila, hotel Cristallo. Una testimone: “Più di un’ora nella calca. Abbiamo avuto paura”

Paura e freddo. Parla una testimone del caos del veglione di fine anno all’hotel Cristallo di Fonte Cerreto.

Calca, difficoltà persino a muoversi, ragazzi appoggiati gli uni agli altri, e, a un certo punto, persino l’impossibilità a togliere le mani dalle tasche per poter scattare una foto. Nel video di pochi istanti girato da una ragazza di 20 anni, Ilaria, all’esterno dell’Hotel Cristallo, emerge tutta la pericolosità della situazione che si è venuta a creare durante il veglione di fine anno organizzato nell’hotel di Fonte Cerreto dalla società “Happy Day Eventi”, che ha stipulato un contratto di locazione con il Centro turistico del Gran Sasso, proprietario dell’hotel.

Decine, forse anche centinaia di ragazzi di età per lo più tra i 19 e i 26 anni, ma anche minorenni,rimasti accalcati per ore all’esterno in attesa di entrare. A raccontare la vicenda – che diventa intanto anche un caso politico, con l’ex assessore comunale Pietro Di Stefano che si domanda come sia stato possibile che l’Hotel Cristallo, dichiarato inagibile dopo il sisma e in attesa degli opportuni interventi, sia stato concesso per intrattenimenti che prevedono un consistente afflusso di gente – è una ragazza dell’Aquila, studentessa universitaria. “Biglietti comprati in prevendita a 35 euro il 10 dicembre – racconta Ilaria – io e le mie amiche siamo arrivate all’1,15 con la nostra macchina, abbiamo aspettato fino alle 2,35 nella calca, al freddo e nella bufera”. La ragazza racconta la sorpresa di trovarsi a dover fare la fila all’esterno nonostante avessero tutti il biglietto in mano, acquistato 20 giorni prima. Non c’era un numero progressivo, quindi difficile stabilire a quale quota si fosse arrivati con la vendita, “ma di certo – spiega – lì fuori c’erano davvero tantissime persone. Ci siamo resi conto che qualcosa non andava quando abbiamo notato che la fila non scorreva, e dopo mezz’ora quando la guardia ci ha detto che per motivi di sicurezza non potevamo entrare subito e avremmo dovuto aspettare, le persone hanno cominciato a lamentarsi. Escludo – racconta la giovane – che ci fossero ragazzi ubriachi che poi hanno scatenato il caos. Le uniche lamentele erano legate al fatto che avendo i biglietti acquistati in prevendita non ci facevano entrare”. Sono stati, a quel punto, i ragazzi stessi accalcati all’esterno a chiamare le forze dell’ordine. Ingresso consentito soltanto intorno alle 2,35. Nella sala tante persone, una folla che continuava a crescere con il passare del tempo. Alle tre l’arrivo degli agenti della polizia e i carabinieri, seguiti dai vigili del fuoco, che hanno cominciato a scattare foto per documentare la situazione.

“Hanno abbassato la musica e a quel punto gli addetti alla sicurezza ci hanno invitato ad avvicinarci alle uscite per lasciare il locale”. Ma anche le uscite – una porta in sala e due scale esterne – erano praticamente ostruite dalla calca. “Abbiamo avuto paura – racconta Ilaria – soprattutto durante l’attesa all’esterno: sarebbe bastato un nulla per scatenare il panico con conseguenze ben più gravi. Siamo stati lasciati un’ora e mezza fuori, nella bufera, trattati come topi di laboratorio e poi, nemmeno due parole di scuse”. Diversi gli episodi di persone che, all’interno del locale, si sono sentite male con attacchi di panico. Ora per Ilaria soltanto un brutto ricordo, forse il Capodanno peggiore della sua vita, e l’augurio che le indagini possano chiarire la responsabilità di una situazione che avrebbe potuto degenerare e diventare una nuova Corinaldo.

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