L’Aquila, centri per l’impiego: una riforma digitale…caotica

Una rivoluzione digitale che sta creando non pochi problemi quella che vede il passaggio da un gestore informatico a un altro nei quattro Centri per l’impiego un tempo di gestione provinciale e che, per effetto della riforma voluta dal Governo, dal primo gennaio 2017 sono confluiti in capo all’ente regionale.

Sono tanti i disagi lamentati dagli utenti dei Centri per l’impiego di tutta la regione, ma prevalentemente quello dell’Aquila e confessati anche dagli operatori da quando, il 5 dicembre, è partito il consolidamento della nuova struttura informatica e, di conseguenza, la migrazione dei dati da un data base a un altro. Un processo complicato e immane, che riguarda centinaia di migliaia di numeri. Basti pensare che dal 2000 (anno di nascita dei Centri per l’impiego) a oggi, circa un milione e 300mila schede anagrafiche sono confluite nei grandi cervelloni del sistema. Nel complesso ogni anno le comunicazioni obbligatorie raggiungono quota un milione e 800mila . A questi numeri, poi, si aggiungono gli avviamenti al lavoro, e il corredo di dati di tutti gli iscritti. Una mole impressionante che la nuova società informatica teramana ha dovuto ricostruire pezzo per pezzo.

A quasi un mese dall’avvio della rivoluzione digitale, il sistema – però – ancora non entra a regime: dati disallineati, graduatorie che non possono essere messe a punto; impossibile, in molti casi, rispondere alle richieste di certificazione, intestazioni fantomatiche. Per esempio: una persona iscritta all’Aquila, risulta essere a Chieti. Succede anche che il nuovo sistema non allinei le comunicazioni obbligatorie per i datori di lavoro come le assunzioni o le cessazioni dei contratti. Insomma, detta così, un vero disastro. Dopo una fase di caos totale, proprio in questi giorni di festività natalizie comincia a vedersi una luce in fondo al tunnel e qualcosa – assicurano alcuni impiegati raggiunti per telefono questa mattina – sta cambiando in meglio. Ci sono ancora alcuni problemi, ma la speranza, come ha ribadito anche l’assessore regionale al Lavoro, Andrea Gerosolimo, è che con l’inizio del 2018 tutto torni alla normalità. Anzi, con molta più efficienza di prima.