Zona rossa Abruzzo: chi si occupa dei controlli?

L’inasprimento delle limitazioni in zona rossa non ha certo sgomberato le strade d’Abruzzo, per questo molti cittadini si chiedono se e come vengano effettuati i controlli da parte delle forze dell’ordine.

Tra le tante domande che riecheggiano in zona rossa, ce n’è almeno una che merita un’attenta verifica. Gira voce, molto diffusa, che i controlli nelle strade siano rari e scarsi. Vero o non vero che sia, di certo c’è che chi ha la fortuna di potere andare in giro per i famosi motivi di necessità – lavoro, spesa, salute etc. -. non ha affatto la percezione di vivere in uno stato di polizia. I controlli (quando ci sono) sono discreti, e se ti fermano hai la sensazione che il rappresentante delle forze dell’ordine applichi un criterio di sensibile ascolto più che di sorda repressione.

A fare la differenza non è tanto l’indulgenza del singolo, quanto la natura stessa dei DPCM e delle ordinanze che – a differenza del lockdown di marzo – codificano il divieto di spostarsi e di circolare in maniera ben più… relativa. Restando aperte molte attività commerciali e artigianali, ai clienti (pochi) e ai lavoratori resta parecchia facoltà di movimento, quindi beccare qualcuno senza adeguata autocertificazione è un po’ come acciuffare la celebre mosca bianca.

Il coordinamento dei controlli è affidato alle Prefetture che, almeno una volta alla settimana, ospitano appunto la Riunione Tecnica di Coordinamento Interforze, presieduta dal Prefetto e con la partecipazione dei vertici provinciali di Questura, Carabinieri, Guardia di Finanza e Polizia Municipale. Nella riunioni vengono valutate le eventuali rimodulazioni dei controlli sulla base dell’ultimo DPCM, per assicurare il rispetto delle misure in tutto il territorio della Regione Abruzzo, pur tenendo conto delle diversità territoriali sul fronte dei contagi.

L’impressione è che le maglie siano un po’ più larghe di giorno, quando appunto esistono molte ragioni valide e autocertificabili per spostarsi, e ben più rigide di notte, quando il coprifuoco ci tiene, o dovrebbe tenerci, tutti a casa.

Tuttavia c’è anche da dire che, per dall’attività svolta dalle Forze dell’ordine nei giorni scorsi, per esempio a Pescara, è emersa una tendenziale responsabilizzazione dei comportamenti dei cittadini, anche se occorre tenere presente che la media statistica del famoso pollo potrebbe non corrispondere ad una reale casistica. In altre parole, c’è chi è talmente ligio alle norme da occupare anche il posto di chi non le rispetta: pochi e tutt’altro che buoni.