Lanciano: una lesbica al De Titta? Chiedilo ai genitori

Non è solo l’autrice di un libro sull’omosessualità, ma è lei stessa omosessuale, anzi lesbica, volendo usare la parola giusta che però a molti fa ancora paura. Forse è questa la “colpa” di Francesca Vecchioni, invitata a parlarne del suo libro all’istituto De Titta di Lanciano, previa autorizzazione dei genitori degli alunni.

Sì perché per organizzare l’incontro con Francesca Vecchioni la dirigente scolastica Daniela Rollo ha preferito chiedere il permesso ai familiari, un atteggiamento precauzionale che non è piaciuto affatto ai collettivi studenteschi.

Francesca è la figlia di Roberto Vecchioni ed è autrice del bel libro “T’innamorerai senza pensare”, un mix intelligente e “leggero”, anche autobiografico, sul tema dell’omosessualità femminile. La Vecchioni era già stata in Abruzzo, ospite anche della Libreria Coop e della nostra trasmissione Rete8 Libri, ma ovviamente non aveva avuto bisogno di permessi speciali. Diversa è la situazione all’istituto De Titta, la cui preside chiesto alle famiglie degli alunni l’autorizzazione ad ospitare la scrittrice nell’ambito del progetto “Incontro con l’autore”. Se considerata dal punto di vista della dirigente scolastica, la richiesta è anche apparire comprensibile, viste le resistenze esistenti ancora oggi rispetto alle tematiche Lgtb. La stessa richiesta però sembra stridere con i tanti encomiabili progetti educativi messi in campo nelle scuole, o con le diverse campagne didattico-sociali promosse tra i giovani. Se va bene insegnare ad un ragazzo a non commettere atti di bullismo verso un compagno “diverso” – e a scuola si può essere diversi per le ragioni più svariate, dall’handicap all’omosessualità, passando dal colore della pelle – non si capisce perché ascoltare il racconto di chi vive in prima persona una di queste condizioni dovrebbe scandalizzare qualcuno, genitori compresi. Se è vero che alla scuola non spetta solo il compito di insegnare a scrivere e far di conto, ma anche a ragionare con la propria testa sulla base della conoscenza, allora forse la stessa scuola dovrebbe assumersi la responsabilità di farlo in tutti i casi, non limitandosi a temi circoscritti come, per esempio, l’educazione alla legalità. Domani si saprà se la conta delle autorizzazioni sarà favorevole all’incontro, i ragazzi però sono già insorti contro la prudenziale richiesta della preside, la quale dal canto suo ha comunque il merito di promuovere questi incontri. Ora Lanciano, o almeno tanti studenti del De Titta, chiedono un passo ulteriore: prendere atto che l’omosessualità esiste anche se c’è chi è contrario, e che guardare la realtà aiuta a capirla senza prevaricare nessuno.

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