Aria a Pescara, Wwf: meno centraline più problemi

La presidente del Wwf Chieti-Pescara, Nicoletta Di Francesco, esprime preoccupazione per la riduzione delle centraline Arta per il rilevamento della qualità dell’aria e contesta la strategia complessiva di gestione dell’emergenza.

 

Sarà un caso, ma intanto se oggi si clicca sul link che dovrebbe riportare i dati delle centraline Arta sparse in città… non viene fuori un bel niente. Guardando sconsolati la frase riportata in pagina, “500 Internal Server Error”, viene da chiedersi se e quando il problema tecnico troverà soluzione, e soprattutto se una volta trovata lo schema sarà completo dei dati di tutte le centraline fin qui operanti. Il rischio che non sia così c’è eccome secondo il Wwf Chieti-Pescara, la cui presidente Nicoletta Di Francesco ha già lanciato l’allarme:

“Sono preoccupanti le notizie di un ridimensionamento della presenza di centraline a Pescara, sia pure nell’ambito di una ristrutturazione regionale della rete: di fronte a un malato grave, quale certamente è l’aria di Pescara, invece di stabilire e somministrare le medicine migliori, si preferisce ridurre il numero dei termometri. Del resto questa singolare strategia sembra in qualche modo dare risultati: nella vicina Chieti, e in particolare nei quartieri vallivi, ogni volta che l’Arta procede con campagne limitate nel tempo con il laboratorio mobile escono fuori problemi; ciò nonostante di centraline fisse funzionanti, promesse da anni anche in relazione alla ristrutturazione della rete regionale di cui si parla ora per Pescara, tuttora non ce ne sono. Il risultato è che si parla assai più degli inquinanti monitorati che respirano i pescaresi che non di quelli ignoti che inalano quotidianamente i teatini. È certamente un caso se le centraline smantellate a Pescara sono quelle che davano i risultati più preoccupanti come conferma un semplice sguardo ai dati storici dell’Arta, reperibili sul sito dell’Agenzia. Resta invece difficile accettare le giustificazioni del vice sindaco Del Vecchio, pubblicate oggi, secondo le quali tra i motivi ostativi alla presenza delle centraline ci sarebbe anche il problema economico. Capisco le difficoltà contingenti ma i costi complessivi sono in prospettiva assai più alti per la collettività che non quelli per la prevenzione. È una questione di scelte prima che di soldi. Prendere atto dell’inquinamento, dell’aria, dei fiumi e del mare, e lavorare per un deciso e rapido risanamento rappresenta una priorità assoluta che va affrontata a ogni livello e non nascosta sotto il tappeto”.

Il video:

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Marina Moretti: