Covid Abruzzo, Psicologi aquilani vaccinati con AstraZeneca

Esplode la polemica a L’Aquila sui vaccini AstraZeneca somministrati agli psicologi anziché usare quelli prodotti dalla casa farmaceutica Pfizer come accade nelle altre province.

A scrivere una lettera dai toni infuocati all’Assessore regionale alla Sanità Nicoletta Verì sono la dottoressa Cinzia D’Amico, vice presidente dell’Ordine degli psicologi d’Abruzzo ed Enrico Perilli, responsabile della commissione coesione territoriale dell’Ordine. I due fanno notare che chi per motivi di salute non può fare AstraZeneca viene rimandato a casa. Non entrano nel merito del vaccino ma si interrogano sulla disparità di trattamento.

“Ci si chiede per quale motivo gli psicologi aquilani non possano accedere al vaccino Pfizer anche dopo che l’Ema ha indicato che è preferibile somministrare AstraZeneca agli over 60 e invece si continua, dicono, a somministrarlo a tutti. Enrico Perilli ricorda che lo psicologo è una professione sanitaria a tutti gli effetti anche se nel modulo che viene consegnato prima del vaccino a quanto pare non si fa riferimento a questo”.

Per l’Ordine la situazione va sanata. Sulla questione era intervenuto il consigliere regionale Pierpaolo Pietrucci chiedendo lumi al manager della Asl 1, Testa.

“Gli psicologi, ricorda Perilli, non sono comodi nei loro studi come si pensa nell’immaginario collettivo ma sono in prima linea nelle scuole, negli ospedali, nelle comunità, a fianco dei fragili sempre. Con l’arrivo di ulteriore dosi, intanto, le vaccinazioni dovrebbero tornare a regime. Lunedì prossimo ci saranno le prime somministrazioni alla categoria di persone nella fascia di età 79-70 anni, una platea molto ampia in regione ma di manifestazioni di interesse ne sono arrivate per ora solo circa 23 mila.  L’attenzione sui casi rimane altissima, i dati degli ultimi giorni hanno avuto delle oscillazioni importanti e potrebbero far scongiurare la zona rossa ma in isolamento ci sono molte persone e la pressione sugli ospedali, soprattutto, rimane molto alta”.

 

Fabio Lussoso: