Coronavirus Abruzzo: esposto Uilm su bus Atm, a rischio lavoratori Sevel

Coronavirus Abruzzo: la Uilm di Chieti-Pescara presenta un esposto relativo alla mancanza di sicurezza sugli autobus dell’Atm, che dal Molise portano i lavoratori alla Sevel di Atessa.

Mancato rispetto delle distanze sui bus dell’Atm Spa che dal Molise trasportano i lavoratori alla Sevel di Atessa (Chieti) e dubbi sul rispetto delle disposizioni in tema di igienizzazione, sanificazione e disinfezione degli stessi mezzi pubblici: sono i motivi che hanno spinto la Uilm di Chieti-Pescara e 70 suoi iscritti, residenti in vari comuni molisani, a presentare un esposto ai presidenti delle Regioni Abruzzo e Molise, ai prefetti di Campobasso, Isernia e Chieti, alla Asl Lanciano Vasto Chieti e all’Asrem, azienda sanitaria del Molise. A patrocinare le parti è l’avvocato Massimiliano Matteucci di Pescara, legale della Uilm.

La vicenda è emersa alla ripresa dell’attività produttiva della Sevel; a essere contestato è il mancato rispetto delle misure prescritte per contrasto e contenimento del Covid-19, disciplinato anche da ordinanze delle Regioni Molise e Abruzzo.

“La Atm non si è adeguata a quanto previsto dalle normative”, scrive nell’esposto l’avvocato Massimiliano Matteucci. “Nello specifico risulta violato l’obbligo del distanziamento sociale a bordo dei mezzi destinati al trasporto degli operai di Montenero di Bisaccia (Campobasso) alla Sevel. L’Atm ha contrassegnato un numero di posti da non occupare molto inferiore rispetto a quanto necessario a garantire l’obbligo del distanziamento di almeno un metro tra passeggeri.
In più occasioni i lavoratori hanno contestato il mancato rispetto della sicurezza sia al conducente sia chiedendo l’intervento della Polizia. Singolare l’accaduto del 4 maggio, quando alcuni lavoratori sono stati costretti dall’azienda di trasporto a scegliere se raggiungere il posto di lavoro a queste condizioni oppure scendere dal bus e tornare a casa. Nonostante le ripetute rimostranze, l’Atm continua nella sua condotta spregiudicata e irrispettosa delle norme, esponendo i lavoratori al forte rischio di contagio con evidenti ripercussioni sul posto di lavoro e in ambito familiare”.

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