Processo Mare Monti: Appello, D’Alfonso assolto per non aver commesso il fatto

La Corte di appello di L’Aquila ha assolto Luciano D’Alfonso per la vicenda giudiziaria riguardante la strada Mare-monti.

Ne dà notizia lo stesso presidente di Regione sulla sua Pagina Facebook:

“La Corte di appello di L’Aquila mi ha assolto per la vicenda giudiziaria riguardante la strada Mare-monti, una vicenda durata 10 lunghissimi anni. Un’assoluzione piena, con la formula ‘per non aver commesso il fatto’, decisa dietro mia richiesta di rinuncia alla prescrizione che aveva fatto prosciogliere tutti gli imputati nell’aprile 2017. E’ stata ribadita ancora una volta la mia totale estraneità ai fatti contestati ed anzi è risaltata la mia premura positiva per il territorio. Si è parlato di strada fantasma: è falso, perché le risorse c’erano e ci sono, ma ci si era trovati davanti ad un problema urbanistico; in tempi rapidi si farà l’appalto”.

Domani giovedì 17 maggio alle ore 11 nella sede della Regione Abruzzo in viale Bovio a Pescara il presidente Luciano D’Alfonso terrà una conferenza stampa proprio sull’esito del processo Mare-monti – durato 10 anni – e “su altre vicende di diritto e non diritto”.

Dunque la Corte d’Appello dell’Aquila ha assolto per non aver commesso il fatto dai reati di truffa e falso il presidente della Giunta regionale, Luciano D’Alfonso, nell’ambito del processo Mare-Monti che si è svolto oggi all’Aquila. Il presidente D’Alfonso il 17 aprile dello scorso anno aveva rinunciato alla prescrizione. Insieme a D’Alfonso è stato assolto con la stessa formula l’imprenditore pescarese Carlo Toto, patron dell’omonimo gruppo industriale. La Corte d’Appello ha confermato, a parziale riforma della sentenza di primo grado, ha confermato la prescrizione per gli altri due imprenditori, Paolo e Alfonso Toto. Questi ultimi due sono stati condannati condannati alle spese processuali. Il processo ha preso in esame la mancata realizzazione della Strada Statale 81 nell’area Vestina, la cosiddetta Mare-Monti, e la perizia di variante approvata dalla Provincia di Pescara, dal 1995 al 1999 presieduta da D’Alfonso accusato di falso e truffa perché avrebbe avrebbe favorito i Toto permettendo loro di realizzare la strada, senza le necessarie autorizzazioni, all’interno della riserva naturale del lago di Penne. Nel pomeriggio è arrivata l’assoluzione per non aver commesso il fatto, da parte della Corte d’Appello de L’Aquila.