Gli Abruzzesi a Londra: “Noi bloccati qui, siamo abbandonati”

Rabbia a Londra anche degli Abruzzesi, dopo la chiusura delle frontiere tra l’Italia e il Regno Unito. Numerose telefonate all’Ambasciata per chiedere aiuto e poter tornare in famiglia.

Sono diversi gli Abruzzesi bloccati a Londra dopo la chiusura delle frontiere con il Regno Unito. La doccia fredda è arrivata con l’ordinanza di domenica, firmata per tentare di tamponare la diffusione della nuova variante di Coronavirus. Dunque ritorno a casa è vietato per tantissimi Italiani costretti a passare le feste lontano dai propri affetti. “Siamo stati abbandonati”, dicono. Per loro parla la giornalista e scrittrice pescarese Raffaella Quieti (nella foto). Molti di loro lamentano le risposte incerte del Consolato italiano assieme ai collegamenti vietati delle compagnie aeree. Inoltre non si sa se la Farnesina prevederà in questi giorni dei voli speciali per consentire il rimpatrio degli italiani rimasti bloccati. “Non è giusto tenerci bloccati qui”, lamentano i più. Un vero e proprio grido d’aiuto lanciato dai nostri corregionali come dai connazionali per poter trascorrere almeno qualche giorno con le proprie famiglie e nel proprio Paese d’origine. Raffaella Quieti ha ascoltato un’altra abruzzese a Londra, l’imprenditrice pescarese nel campo della ristorazione, Emaneula Scurti, anch’ella bloccata a causa della variante del virus. “Per noi è stato un fulmine a ciel sereno, già avevamo prenotato il volo per Pescara fino al blocco. Tra l’altro qui, il primo ministro aveva annunciato per il 23 la possibilità di ricongiungimento familiare e di viaggi e invece, per me abruzzese che aveva voglia di rivedere i miei cari e per me titolare di una attività di ristorazione è stata una doccia fredda, perché vi è una nuova chiusura”.