Covid Chieti: il sindaco chiude le scuole, dagli asili alle medie

Didattica in presenza sospesa nelle scuole primarie e secondarie di primo grado di Chieti. Il Sindaco Diego Ferrara: “Una decisione preventiva, per evitare che i casi portino la temuta terza ondata nella nostra città.”

Nella mattinata di oggi il sindaco Diego Ferrara ha predisposto un’ordinanza che prevede la sospensione delle attività didattiche in presenza anche per le scuole primarie e secondarie di primo grado (asili nido, scuola dell’infanzia, scuola elementare, scuola media) a partire dalla giornata di domani, sabato 13 febbraio, fino al 27 febbraio compreso. Il personale amministrativo e non docente resta operativo nelle sedi scolastiche. Una decisione condivisa con il tavolo di monitoraggio della Prefettura, a fronte della riunione avuta stamane.

“Si tratta di una misura che reputo necessaria a fronte dell’innalzamento della situazione dei contagi nella nostra città, ma soprattutto nell’area metropolitana di cui Chieti è parte integrante, così il sindaco Diego Ferrara – Oggi abbiamo un numero di positivi pari a 79 e 60 quarantene, riferiti alla giornata di ieri, in questi giorni i contagi stanno crescendo e sono per la maggior parte asintomatici o paucisintomatici, cioè sono infetti ma senza sintomi.

La nostra provincia è seconda solo a Pescara per incidenza del virus, un indice che affiora da una ricerca di Riccardo Di Persio, un dottorando che dall’inizio della pandemia misura le statistiche e ci pone 98esimi nella classifica delle 107 province con un numero di contagi pari a 233.6 ogni 100.000 abitanti. Dall’inizio della Pandemia Chieti ha avuto in tutto 1.478 casi e 35 vittime, stando alla relazione Asl che data 7 febbraio, sono comunque numeri che letti insieme ci dicono che questo è un momento delicatissimo.

Per evitare la terza ondata bisogna prendere il coraggio fra le mani e fare ognuno la sua parte. Nelle scuole si stanno manifestando contagi eterogenei, cosa che ci porta a intuire che non sono un cluster, bensì che il virus arriva da fuori dagli ambienti scolastici, dove, però, rischia di propagarsi se non prendiamo in mano la situazione”.