Covid Abruzzo, la Cgil L’Aquila sulla Asl1: “Da eroi a inquisiti”

Cgil: “La Asl1 Avezzano Sulmona L’Aquila avvia indagini interne sul personale sanitario dopo i servizi televisivi de Le Iene. Chiediamo commissione di indagine”. E l’on. DAlessandro va in Procura.

La Cgil chiede l’apertura di una commissione di indagine regionale o nazionale su quanto accade negli ospedali della provincia, perché vengano definite eventuali responsabilità e inadempienze da ricondurre nei dettati delle Leggi e della nostra Carta Costituzionale.

La nota della CGIL L’Aquila, firmata dal segretario generale Francesco Marrelli e dal segretario generale FP CGIL          Anthony Pasqualone, e avente per titolo Personale Sanitario, da eroi a inquisiti:

“Abbiamo appreso, con rabbia e sconcerto, che la ASL 1 di Avezzano Sulmona L’Aquila ha avviato indagini interne chiamando operatori sanitari a rispondere in merito ad alcuni servizi, apparsi in questi giorni sui media, riguardanti le inefficienze di sistema nella gestione COVID.

In particolare, si fa riferimento ad alcuni video, accompagnati da una serie di brevi interviste raccolte fra gli operatori e i pazienti dell’Ospedale di Avezzano, che sono stati messi in onda nel corso del programma  televisivo ‘Le Iene’.  Appare chiara a tutti la situazione di confusione organizzativa e le difficoltà di risposta nella gestione dell’emergenza anche dal punto di vista della tutela di salute degli operatori.

La carenza dei dispositivi di sicurezza, la mancata esecuzione di tamponi periodici, l’assenza di protocolli operativi per la gestione dei percorsi “sporco/pulito”, le gravose condizioni di lavoro a cui sono costretti i lavoratori e le lavoratrici, la mancanza di posti letto, la cronica carenza di personale, l’incapacità di coordinare operazioni per la gestione della situazione emergenziale hanno determinato gravissime ripercussioni sugli utenti, sul personale e sulle prestazioni sanitarie. Tutto ciò è stato oggetto di molteplici denunce, esposti, segnalazioni e richiesta di interventi ispettivi, già a partire dal mese di marzo del corrente anno, da parte delle scriventi Organizzazioni Sindacali.

Di contro, nulla è pervenuto dai vertici della ASL e da quelli della politica regionale e territoriale. Oggi scopriamo che l’interesse della ASL è quello di fare una vera e propria “caccia alle streghe”, come se il reale problema non fossero le drammatiche condizioni a tutti note, ma che le stesse siano ormai di dominio pubblico.

Se lo scopo di queste indagini, è finalizzato a mettere il bavaglio a lavoratrici e lavoratori, che altro non fanno, anche nostro tramite, che rappresentare una verità nota a tutti, ricordiamo che il dipendente pubblico ha il dovere di denunciare situazioni di palese illegittimità e non può essere punito perché lotta per il  diritto alla salute suo e dei pazienti a cui presta cure ed assistenza.

Tra i dipendenti pubblici che hanno questo dovere, in primis devono starci i dirigenti apicali di questa ASL.

Chi pensa di annullare decenni di battaglie per la difesa della dignità sul posto di lavoro con l’arroganza del potere va ridimensionato nel ruolo e nelle intenzioni. Il nervosismo che i livelli istituzionali della ASL hanno mostrato nei confronti dei giornalisti conferma una difficoltà a negare le presunte iniziative a danno dei lavoratori. Ora dovranno spiegarci cosa sia effettivamente accaduto, chiudendo immediatamente qualsiasi ipotesi di inchieste interne che riteniamo pregiudizievoli nei confronti dei diritti dei lavoratori e lavoratrici.

La Cgil chiederà, pertanto, l’apertura di una commissione di indagine regionale o anche nazionale su quanto sta accadendo nei principali nosocomi della nostra provincia, perché vengano definite eventuali responsabilità ed inadempienze da ricondurre nei dettati delle Leggi e della nostra Carta Costituzionale.

Chi si schiera contro le lavoratrici ed i lavoratori, contro cittadini e cittadine e contro i pazienti e l’utenza, si schiera contro il diritto alla Salute, alla Democrazia ed alla Giustizia”.

E sulla vicenda interviene anche il deputato di Italia Viva Camillo D’Alessandro che sta preparando dossier da inviare in Procura.

“Da parlamentare non sto a guardare, vado alla Procura. – ha detto D’Alessandro – L’ultimo servizio delle Iene apre un altro capitolo inquietante. I responsabili della ASL invece di rendere conto e risolvere la scandalosa gestione dell’emergenza Covid sul presidio di Avezzano, secondo il servizio delle Iene ora starebbero indagando e facendo firmare dichiarazioni, addirittura controllando i telefonini del personale sanitario per scoprire chi abbia fatto la spia e diffuso il video verità.

Oggi ho sentito nuovamente il Ministero della Salute a cui ho chiesto da giorno l’invio degli ispettori come fatto in Campania. So che il Ministero ha richiesto una relazione sulla condizione di tutti gli ospedali alla Regione, ma è come affidare le “pecore” ai lupi. Servono gli ispettori e servono subito. Non solo per fotografare quanto denunciato dal servizio delle Iene, ma per capire cosa sta accadendo oggi con le ritorsioni al personale sanitario, che invece di essere ringraziati vengono minacciati di perdere il loro posto di lavoro se si scoprisse il responsabile della diffusione delle notizie. Se fossi il presidente della Regione ringrazierei gli operatori sanitari e caccerei a pedate chi ha disposto accertamenti sul personale e non sullo stato vergognoso in cui versa l’ospedale di Avezzano, senza percorsi Covid, senza mascherine e tute protettive, con bidoni messi nel centro della stanza per i bisogni personali dei pazienti infetti, che non possono uscire di stanza perché non ci sono i bagni”.