“Palermo chiama Italia”, Pescara risponde

“Palermo chiama Italia”: dal Palazzetto dello Sport Giovanni Paolo II, Pescara e l’Abruzzo rispondono con una mobilitazione di giovani e presenze istituzionali, per ricordare Falcone e Borsellino, a 24 anni dalla strage di Capaci.

Studenti, storie, presenze istituzionali, uomini e donne dello Stato impegnati nella lotta per la legalità e contro la mafia. Sono oltre 1.500 i ragazzi venuti dalle quattro province e da Marche e Molise. Un evento che unisce otto città d’Italia a 24 anni dalla strage di Capaci in cui morirono il giudice Giovanni Falcone, sua moglie Francesca Morvillo e i tre uomini della scorta: Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Morinari. Il 19 luglio della stesso anno Paolo Borsellino seguirà la sorte di Giovanni Falcone, assieme ai cinque agenti che lo scortavano: Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina.

“È una manifestazione di enorme rilevanza. La diffusione della cultura della legalità nelle scuole e tra i giovani rappresenta uno dei fatti che incide maggiormente nell’azione di contrasto a tutte le mafie”, ha detto il vice presidente del Csm, Giovanni Legnini, presente alla manifestazione di oggi che, nel ventiquattresimo anniversario della strage di Capaci, ha coinvolto migliaia di studenti in tutta Italia. A Pescara l’evento è organizzato da ministero dell’Istruzione e della Ricerca, Ufficio Scolastico Regionale e Ipssar De Cecco, in collaborazione con la Fondazione Giovanni e Francesca Falcone, l’Associazione “Falcone e Borsellino” e il Comune.

L’ex presidente della commissione Antimafia Francesco Forgione, anch’egli questa mattina a Pescara, ha affermato:

“La corruzione è il nuovo anello di congiunzione tra mafia e politica ed è su questo piano che si intrecciano i legami tra imprese, pubblica amministrazione, politica e criminalità organizzata.  Per questo occorre insistere nell’azione di contrasto alle mafie, procedendo su due capisaldi, – ha proseguito Forgione – da un lato è necessario garantire l’indipendenza e l’autonomia della magistratura, dall’altro bisogna tenere insieme lotta alle mafie e lotta alla corruzione. La trattativa Stato-mafia c’è stata, d’altronde con la mafia si tratta da 150 anni e per questo la criminalità organizzata non è ancora stata sconfitta. Bisogna ancora avere una verità piena sulle stragi del 1992 – ha concluso Forgione – Occorre fare luce su quel sistema di collusioni e coperture che ha portato a quelle stragi”.

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Antonella Micolitti: