Pescara: docenti “deportati” di nuovo in piazza

Tornano a protestare, stamani, sotto l’Ufficio scolastico regionale di Pescara, gli insegnanti “deportati” nelle città del nord.

I “nastrini rossi” tornano a far sentire la loro voce per protestare contro la legge sulla buona scuola che per 400 docenti abruzzesi tanto buona poi non è. I docenti in questione, la gran parte di sostegno, non si rassegnano alla “deportazione” nelle città del nord Italia e all'”algoritmo pasticcione”utilizzato per i trasferimenti. Tutto questo a tre settimane dall’ultima contestazione e dopo essere stati rassicurati sul rientro entro settembre della gran parte dei professori esodati sulla base di almeno 260 posti liberi nel Pescarese riservati al sostegno. Ma gli insegnanti vogliono chiarezza e una delegazione di docenti provenienti da diverse scuole della Provincia chiederà un incontro ai responsabili dell’ufficio scolastico di via Passolanciano per velocizzare le assegnazioni provvisorie per far ritorno in Abruzzo, dove i posti liberi ci sono. Gli insegnanti chiedono trasparenza e di sapere quanti posti liberi ci sono effettivamente e dove sono. Fissato per sabato pomeriggio, in piazza Salotto, a Pescara, un flash mob in contatto con i comitati dei “nastrini rossi” del Sud Italia, per crearne uno in Abruzzo allo scopo di difendere i docenti che si dicono “vittime” della buona scuola.

Più che buona scuola, quella di Renzi è avvelenata, infatti, per 400 insegnanti abruzzesi che si sono visti trasferire nei luoghi più disparati d’Italia, soprattutto nel nord. Docenti “deportati”, secondo i Cobas che hanno appoggiato la protesta degli insegnanti, già la scorsa volta, sotto alla sede dell’Ufficio scolastico regionale, a Pescara. I docenti avevano ottenuto un incontro con i dirigenti e avevano rivendicato trasparenza di assegnazione dei posti, oltre alla messa a disposizione di tutti i posti disponibili nelle singole realtà scolastiche. I sindacati di categoria della scuola, di Cgil, Cisl, Uil e non solo, sostengono gli insegnanti e per bocca di Elisabetta Merico, la Cisl suola spiega qual è la situazione attuale per tanti docenti abruzzesi costretti a lasciare la regione, nonostante figli e famiglie a carico e con uno stipendio non certo d’oro. I docenti meridionali, napoletani e palermitani in particolare hanno manifestato il loro dissenso per i trasferimenti soprattutto in destinazioni del nord Italia ed ora la mobilitazione sta toccando anche altri docenti di altre regioni, come quelli abruzzesi.

Antonella Micolitti: