Valle Castellana, da un sentiero del Parco riemergono monete del 1200

Martedì scorso 20 aprile presso la sede di Teramo della Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio per le Province di Chieti e Pescara nelle mani dell’archeologa Gilda Assenti sono state consegnate le monete antiche rinvenute a Valle Castellana una settimana prima.

La vicenda risale al primo pomeriggio di domenica 11 aprile 2021 quando i Carabinieri Forestali della Stazione Carabinieri Parco di Rocca Santa Maria, sono stati contattati da alcuni escursionisti che nel percorrere il sentiero CAI n.411 che da San Angelo a Ripe conduce a Castel Manfrino in località “Vroga della Caccia” del Comune di Valle Castellana hanno trovato alcune monete nei pressi del sentiero. Una volta giunti sul posto i Carabinieri si sono accertati delle modalità della scoperta e subito dopo hanno provveduto a contare le monete raccolte dagli escursionisti. 209 monete risalenti al 1200.

Nei giorni successivi al fine di evitare che la zona potesse essere oggetto di ricerche abusive, si è provveduto a sorvegliare l’area e, in uno dei sopralluoghi effettuati nei giorni successivi sono state rinvenute altre 99 monete della stessa fattura nella stessa località all’interno del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga.

Della scoperta è stata informata la Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio per le Province di Chieti e Pescara che, da una prima e sommaria visione dei reperti, ha ritenuto di ipotizzarne la datazione nel periodo che va dall’anno 1000 al 1200 d.C.. Le monete in lega d’argento, molto rozze nella fattura, se paragonate alla produzione numismatica dell’antica Roma o delle epoche successive, hanno un incredibile valore storico-documentario perché rinvenute lungo l’antico percorso che dalla Valle del Salinello conduceva al Castello.

Il ritrovamento rinnova, per così dire, la leggenda di Re Manfredi di Svevia (figlio di Federico II), ritenuto il fondatore del Castello, che da lui prende il nome, nei pressi della frazione di Macchia da Sole, che avrebbe sepolto all’interno della gola del Fiume Salinello il suo tesoro. La condotta esemplare tenuta dagli escursionisti merita il giusto riconoscimento da parte delle istituzioni e dei cittadini per l’aver comunicato la scoperta che getta, indubbiamente, una nuova prospettiva nelle vicende storiche e leggendarie di Castel Manfrino.